
«Per me è stato come se una persona mi avesse sparato a una gamba e dicesse agli altri: fatelo anche voi e quelli lo fanno. La pistola è Instagram, i social. Perché si fa? Per avere un like, si può uccidere una persona in nome di un like...». Raoul Bova con fermezza, garbo e una (almeno apparente) serenità si è presentato per la prima volta davanti alle telecamere nel salotto di Silvia Toffanin a Verissimo su Canale 5 per raccontare lo scandalo che lo ha coinvolto questa estate. Con una durezza che non gli è consona, ma che certamente ha acquisito in queste settimane di sofferenza, non solo si è difeso ma, oltre a ricordare il male che gli è stato fatto da chi l'ha ricattato, ha accusato anche il mondo dei social e la grande stampa di aver cavalcato la sua vicenda non tenendo conto delle sue figlie piccole e del fatto che la notizia partiva da un illecito. L'attore, senza mai citarlo, si riferisce alla diffusione da parte di Fabrizio Corona degli audio con la modella Martina Ceretti (che contenevano le parole diventate virali tra cui «occhi spaccanti») che dimostravano il tradimento da parte di Bova della compagnia Rocío Muñoz Morales. Uno scandalo che ha travolto la famiglia dell'attore e ha portato all'apertura di un'inchiesta.
«Ho rifiutato le minacce e ho rispedito al mittente un tentativo di estorsione» (è stato Federico Monzino, amico di Ceretti, a mandare a Corona il materiale, con l'obiettivo di rendere famosa la modella), ha detto Bova rispondendo alle domande della Toffanin. «L'ho fatto perché posso andare in giro a testa alta, perché non avevo niente da nascondere e anche perché sapevo che se avessi ceduto sarebbe stato l'inizio di un incubo, che l'estorsore non si sarebbe fermato». E, da qui, è partito l'invito dell'attore al pubblico a non cedere ai ricatti alimentati dal web. «Sono andato subito a denunciare - ha continuato - per me stesso, ma anche pensando a quelle ragazze che vengono prese di mira, che vengono disonorate sui social e che non devono avere paura di rivolgersi alle autorità».
E, poi, l'attacco ai media: «La grande violenza che ho visto sui social mi ha fatto molto male. Non immaginavo che una notizia del genere potesse fare questo clamore. Oltre allo sberleffo, mi ha fatto soffrire il fatto che queste cose arrivassero alle mie figlie piccole. Soprattutto mi ha stupito che ne approfittassero i grandi giornali che avrebbero dovuto valutare che provenivano da un illecito». Sulla sua situazione attuale con l'ex compagna Rocío, Bova non dice molto, però fa capire che la relazione era da tempo giunta al termine: «Non voglio parlare della mia vita privata. Dico solo che prima di questo scandalo vivevamo una situazione che sappiamo solo io e lei». Una frase che scatena la reazione quasi immediata dello stesso Corona: «Quello che ho appena visto su Canale 5 - scrive su Instagram - è uno dei pezzi di televisione più squallidi degli ultimi 30 anni», visto che Bova «ha fatto un discorso retorico sulla difesa delle donne quando le uniche donne vittime qui sono Martina e la sua povera compagna Rocío, tradita per anni anche quando le cose andavano bene. Non una sola scusa, neanche un piccolissimo mea culpa ma addirittura un attacco ai giornalisti».
Il futuro per Bova, che si sente «come un
pugile andato ko, ma mi sono rialzato con la stessa passione e la voglia di vivere», non sarà facile: l'ex compagna ha depositato al tribunale di Roma la richiesta di affido esclusivo delle due figlie, Luna e Alma, 9 e 6 anni.