
Mario Giordano mette a tacere la sinistra che continua a tergiversare sulla morte di Charlie Kirk, l'attivista conservatore trentunenne freddato sul palco mentre parlava. Durante l'ultima puntata di Fuori dal Coro, il programma di approfondimento politico di Rete4, il conduttore - con tanto di maglia di Kirk - attacca severamente i "migliori" cervelli della sinistra che, anche a distanza di giorni dal brutale omicidio, fatica a condannare senza se e senza ma la tragica vicenda.
In primis lo scrittore Roberto Saviano: "Kirk era un provocatore, se l'è andata a cercare si è ammazzato da solo in fondo", afferma Giordano che sintetizza così il pensiero di questi personaggi. C'è poi chi ha festeggiato per l'esecuzione di Kirk: "I collettivi studenteschi lo hanno messo a testa in giù, oggi un giorno meno buio, evviva...", attacca Giordano. "Non ho visto uno degli intellettuali che dovrebbero difendere la libertà di parola che si è inginocchiato negli studi televisivi e negli stadi, come in occasione di altri omicidi", conclude il giornalista, "eppure dovrebbe essere chiaro che difendere la libertà di esprimere un'idea, qualsiasi idea, anche quella più diversa dalla mia, è difendere la libertà delle idee di tutte le persone".
Poi l'omaggio all'attivista. “Charlie Kirk è quel giovane, l'avete sentito, di 31 anni, sposato, due figli, ucciso mentre parlava in un'università, ucciso per le sue idee. Erano idee forti, certo, erano idee forti, sull'immigrazione, contro l'immigrazione irregolare, lanciava allarme sui pericoli dell'Islam, difendeva la vita, era per la legittima difesa. Erano idee di destra, idee vicino a Trump, idee contestabili, certo! E per contrastare quelle idee hanno eliminato una persona.
E questo mette a rischio la libertà di pensiero e di parola di tutti noi". Non manca un appello ai telespettatori: "Per questo bisogna dire oggi siamo tutti Charlie Kirk, per questo io dico io sono Charlie Kirk”.