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Paralizzato dopo l'incidente a Ciao Darwin: tutti assolti gli imputati

Gabriele Marchetti cadde durante la prova del Genodrome rimanendo paralizzato. Oggi il tribunale di Roma ha assolto i quattro imputati per l'accaduto

Paralizzato dopo l'incidente a Ciao Darwin: tutti assolti gli imputati

Si è concluso con quattro assoluzioni il processo che vedeva imputati per lesioni personali gravissime altrettanti dirigenti e rappresentanti di società televisive, che erano stati individuati come possibili responsabili dell'incidente avvenuto il 17 aprile 2019 a Gabriele Marchetti, concorrente di Ciao Darwin rimasto paralizzato dopo una caduta durante un gioco. Per il giudice del tribunale monocratico di Roma il "fatto non sussiste".

Il processo

Il procedimento giudiziario si era aperto in seguito all'accusa formulata dal pm Alessia Miele contro Sandro Costa e Massimo Porta (dirigenti di Rti, società produttrice di Ciao Darwin) entrambi accusati di lesioni gravissime e violazione delle leggi inerenti la sicurezza sul lavoro. A questi si erano poi aggiunti Massimiliano Martinelli (dirigente della Maxima incaricata dell’attrezzatura del programma) e Giuliano Giovannotti (della Sdl 2005, società selezionatrice dei concorrenti). Lo scorso marzo ai quattro erano stati contestati il mancato addestramento del concorrente per sostenere la prova dei rulli, la pericolosità dell’impianto del gioco oltre all’imputazione di lesioni gravissime. Scivolando dal rullo, infatti, Gabriele Marchetti riportò lo schiacciamento di due vertebre e una lesione al midollo che lo ha lasciato paralizzato dal collo in giù. Per il giudice, però, il fatto non sussiste e i quattro sono stato assolti.

Il commento della famiglia Marchetti

Rimane il fatto che la sentenza non restituirà a Gabriele la vita che aveva prima della paralisi: "La sofferenza che stiamo affrontando non viene cancellata dalla fine di un processo. È un calvario che viviamo ogni giorno”. La famiglia Marchetti accetta con dignità l'esito del processo perché, sia in caso di condanna che di assoluzione, la sentenza non avrebbe riportano indietro le lancette del tempo. "La vendetta non ha mai sfiorato i nostri pensieri", hanno fatto sapere i familiari di Gabriele attraverso gli avvocati Giovanni Ciano e Federica Magnanti. "L'intento di Gabriele non è mai stato di vedere la gente finire dietro le sbarre. Eravamo consapevoli che il giudice avrebbe potuto assolvere tutti", hanno concluso. Fin dall’inizio del processo l’intenzione della famiglia è stata "colpire le società e sensibilizzare affinché si applichi la normativa sulla sicurezza per prevenire infortuni nei luoghi di lavoro e negli spazi ludici”.

Per questo Gabriele Marchetti ha ritirato la querela.

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