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Zalone in tv con lo show politicamente scorretto

Il suo "Amore + Iva" stasera su Canale 5 dopo una tournée da record in giro per l'Italia

Zalone in tv con lo show politicamente scorretto

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Checco Zalone torna in tv. Era ora. Stasera su Canale 5 andrà in onda il suo one man show registrato quest'anno all'Arena di Verona. L'evento teatrale del 2023 diventa, quindi, una prima serata per chi non è riuscito a godersi dal vivo uno degli spettacoli più celebrati del momento. Essendo l'artista dei record, con questo suo Amore + Iva (prodotto da Arcobaleno Tre e MZL con l'organizzazione generale di Lucio e Niccolò Presta) Checco Zalone ha collezionato 111 tutti esauriti in trentotto città italiane per un totale di 350mila biglietti venduti. Un evento. Soltanto a Milano lo show ha fatto 21 date consecutive per 50mila spettatori. A Roma 14 nel prestigioso Teatro Brancaccio e via così. All'Arena di Verona si è fermato per due sere, per un totale che supera i ventimila spettatori.

Siamo nell'epoca dei numeri e il dato è obiettivamente sensazionale, a conferma di una sintonia che da anni lega Checco Zalone al proprio pubblico. E non è così scontato. Non è così scontato perché in questo periodo il politicamente corretto ha imprigionato, talvolta sterilizzato, la verve comica di tanti. Non si può dire nulla. E ciò che si può dire rischia sempre di essere male interpretato scatenando polemiche, «shit storm» sui social eccetera. In sostanza, deprivata di qualsiasi connotazione sulfurea o scorretta o addirittura velatamente volgare, la comicità perde potenzialmente molto «appeal».

Non potendo neppure sfiorare alcuno dei caposaldi dell'avanspettacolo (sesso, aspetto fisico, politica) è onestamente difficile far ridere seguendo i canoni costruiti in secoli di battute, cabaret eccetera. Checco Zalone è però arrivato prima, disinnescando la potenziale clausura creativa e mettendosi in una sorta di «free zone» nella quale continuare a essere liberi come prima. Nessuno, o quasi, avrebbe potuto tenere vive nel copione alcune delle battute più irriverenti dei suoi film né tanto meno pubblicare (con due milioni di visualizzazioni in sole 48 ore) un video come Immigrato, canzone colonna sonora del suo film Tolo Tolo. Il dibattito ci fu, le polemiche pure. Ma, in sostanza, lui è un monumento alla generica vacuità di tante istanze del «politically correct» che hanno sterilizzato molta comicità.

Come spiegano tanti, è il contesto a far la differenza e quindi non si possono applicare le stesse regole dialettiche e verbali a uno spettacolo in teatro come, tanto per fare qualche esempio, a un intervento in Senato o all'università. In ogni caso, Zalone è riuscito ad affrancarsi e i risultati evidentemente lo premiano. Oltretutto, Amore + Iva non è «solo» un one man show basato su gag e sketch. È anche uno spettacolo musicale visto che, oltre a tre performer (Alice Grasso, Kristyna Katchikova e Maurizio Bousso) sul palco ci sono anche quattro musicisti (Antonio Iammarino alle tastiere, Felice Di Turi alla batteria, Egidio Maggio alla chitarra e Pierpaolo Giandomenico al basso). Nelle ore di show si passa in rassegna l'attualità con imitazioni e parodie in equilibrio sul sottilissimo filo della fisicità e dell'espressività. A far ridere, talvolta, è una smorfia soltanto. Oppure un silenzio prolungato. Ed è per questo che quella di Zalone è «metacomicità» capace di resistere in qualsiasi formato venga proposta: al cinema, sul palcoscenico e, come si è verificato altre volte, anche in tv.

Una dote unica che, tutto sommato, è anche un profondo, convincente messaggio di libertà.

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