Ubi Banca vende le assicurazioni e incassa 120 milioni da Fortis e Bnp

Ubi Banca sceglie un alleato franco-belga per il settore della bancassurance danni e incassa 120 milioni. L’intesa poggia sulla creazione di una società comune con Bnp Paribas Assurance e Fortis: in particolare i due gruppi esteri, che hanno battuto la concorrenza di Cattolica e Aviva, acquisteranno la maggioranza (il 50% più una azione) della controllata Ubi Assicurazioni tramite F&B Insurance Holdings. Dal punto di vista finanziario l’operazione porterà 120 milioni in contanti nelle casse del gruppo popolare guidato da Victor Massiah (cui dovrebbero aggiungersi altri 40 milioni al raggiungimento di determinati volumi di raccolta) per una valutazione complessiva di Ubi Assicurazioni prossima a 320 milioni (238 milioni la raccolta del 2008).
La plusvalenza netta per Ubi (+1,3% il titolo in Piazza Affari) è pari a 45 milioni, con un conseguente impatto rispettivamente di 10 e 13 punti base sul Core tier 1 (destinato a salire al 7,34%) e sul Total capital ratio. L’operazione dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno e segue di sole 24 ore il collocamento di un covered bond da un miliardo chiuso da Ubi mercoledì in poco più di mezz’ora. Dal punto di vista patrimoniale Ubi è tuttavia una delle banche più solide del nostro sistema tanto che fin dall’inizio non ha dimostrato interesse per i Tremonti-bond.
A essere preponderante nell’operazione è quindi l’aspetto industriale: Fortis e Bnp hanno infatti siglato un accordo per distribuire i prodotti in esclusiva attraverso i 2mila sportelli di Ubi. Il gruppo guidato da Massiah replica così il modello adottato con l’americana Pramerica per il risparmio gestito e per la bancassurance vita con Cattolica e Aviva. Entrambe, legate da storici rapporti con Brescia e Bergamo, hanno superato le prime fasi della gara per poi però vedersi scavalcare da Bnp nel rush finale iniziato a gennaio. A convincere il consiglio di Ubi, assistita Rothschild, sarebbero state in particolare la gamma prodotti (completa del settore auto) e le ricadute dal punto di vista dell’efficenza.
Il dossier della bancassurance era stato aperto dall’ex numero uno Giampiero Auletta Armenise ma da sistemare resta ora il tassello di Centrobanca, per cui Bergamo è cerca da tempo un alleato.

«Il gruppo Ubi porta avanti un altro tassello del piano industriale originale, confermando la sua capacità realizzativa anche in un contesto difficile di mercato», ha sottolineato Massiah. L’operazione, prosegue il banchiere, dimostra la capacità di Ubi Banca «di attrarre, attraverso la sua forza distributiva, alleanze con le migliori competenze di mercato».

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