Ubriaco e senza patente travolge a gran velocità l'auto di due anziani uccidendoli. Poi fugge a piedi nascondendosi a casa propria: qui verrà scovato e arrestato dalla Polstrada. Protagonista Ichaal Abdallah, marocchino trentacinquenne, regolare in Italia fin dal 2004 ma ancora con patente marocchina, per niente valida nel Belpaese. E con il valore di 1,05 grammi per litro di alcool nel sangue. Lincidente mortale domenica, appena dopo le 14.40. Lo scontro all'incrocio tra la Statale 596 di Cairoli e la Provinciale 193 bis, all'altezza di Carbonara al Ticino. A perdere la vita marito e moglie: Gianni Calzati, 60 anni e Carolina Vercesi, 68 anni, residenti a Sommo. I coniugi stanno percorrendo la provinciale verso Carbonara a bordo della loro Fiat Panda mentre il marocchino proviene da Pavia guidando una Citroën C1 non sua: appena acquistata dalla convivente romena. Calzati arriva allincrocio al cartello che indica il dare la precedenza. Rallenta e guarda che alla sua destra non stia arrivando nessuno, come racconteranno, poi i testimoni. Ma quando riparte non ha nemmeno il tempo di accelerare: la Citroën piomba letteralmente addosso alla Panda. Marito e moglie muoiono sul colpo: inutile l'intervento, poco dopo, dei sanitari del 118 sul posto. Il medico di turno non dovrà far altro che constatare i due decessi.
Ma l'extracomunitario invece di fermarsi per accertarsi delle condizioni di salute dei due coniugi scende dall'auto e se la dà a gambe, sotto gli occhi di chi vede tutto e, pur non avendo nulla a che fare con la tragedia, al contrario si ferma per vedere se può fare qualcosa. Sono le 14.50 quando la Stradale di Pavia arriva sul posto. Velocissimo l'intervento perché una pattuglia si trova già in zona. I testimoni spiegano subito che l'uomo della Citroën è fuggito e indicano anche la direzione. Intanto gli agenti risalgono all'indirizzo dei conviventi stranieri grazie alla targa dell'automobile abbandonata sul posto. Mezz'ora e sono nella loro abitazione, a 500 metri dal luogo dell'incidente.
L'uomo, appena dopo l'immediato arresto, come è stato spiegato ieri dalla Polstrada, non si è per nulla preoccupato del mancato soccorso ai coniugi, ma piuttosto della consapevolezza di essere titolare di un documento di guida non valido. Ora si trova rinchiuso nel carcere di Torre del Gallo, a Pavia, in attesa dell'udienza di convalida prevista per stamattina. E, intanto, Sommo piange i due coniugi, «una coppia esemplare, sempre amorevolmente unita» nella testimonianza del sindaco Guido Zanaboni, «credente e praticante cattolica» come ricorda il parroco, don Antonio Colnaghi. Le difficoltà invece di dividere avevano unito ancora di più Gianni e Carolina, con due figli, ora chiusi nel silenzio del più stretto dolore, e due nipoti amatissimi. Lui imprenditore lei casalinga, a fine anni '80 avevano coronato un sogno: acquistare la residenza padronale del '700 «casa Belcredi», a Sommo. A fine anni '90, però, per traversie economiche avevano dovuto vendere prendendo in affitto due locali, sempre in paese, mentre due anni fa si erano rivolti al comune e, anche per l'infermità fisica di lei, ultimamente in sedia a rotelle, risiedevano in un minialloggio protetto comunale, nel complesso «giardino dell'amicizia».
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