Ubriaco litiga con gli amici: picchiato e bruciato vivo

CosenzaUna lite futile finita in tragedia. Potrebbe essere questa la causa della morte di Fabrizio Greco, venticinque anni, bruciato vivo dopo essere stato picchiato dai suoi amici ad Acri, in provincia di Cosenza.
Una fine straziante, con la vittima che si dibatteva col corpo in fiamme tra i vicoli del paese gridando e chiedendo aiuto, prima di crollare sulle scale di via Roma al civico numero 1. Per il delitto sono stati fermati due amici del ragazzo: Camillo De Maddis, 19 anni di Cosenza, disoccupato, e Pasquale Gaccione, 20 anni di Acri, quest’ultimo inoltre ha riportato ustioni di primo e secondo grado al braccio destro. Per i due l’accusa è pesante: omicidio volontario aggravato da futili motivi. Greco, secondo quanto hanno spiegato gli investigatori, era un tipo che spesso alzava il gomito e, talvolta, fumava spinelli. Negli ultimi tempi, inoltre, camminava con una stampella per un problema a una gamba dovuto alla caduta dal balcone di un appartamento nel quale stava cercando di entrare per compiere un furto. Ma tutti e tre i giovani erano già noti alle forze dell’ordine per piccoli precedenti.
Il terzetto l’altra sera, secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza, ha cenato all’interno di una spaghetteria della zona, bevendo abbondantemente. Forse l’alcol, forse una parola di troppo, probabilmente entrambe le cose hanno fatto sì che tra i tre si accendesse una lite violenta, iniziata all’interno del locale e proseguita anche all’esterno, dove Fabrizio Greco, preso dai fumi dell’alcol avrebbe attaccato i compagni di bisboccia. Insulti, bestemmie e invettive indirizzate verso i due compagni e alcuni loro parenti. Ne è nata una rissa in cui Fabrizio Greco, impossibilitato a muoversi, ha riportato la peggio.
Sembrava finita. I tre si sono separati, ma De Maddis è andato a prendere quattro litri di benzina a un distributore automatico della zona. La cosa è stata documentata dalla telecamera dell’impianto, esaminata dai Carabinieri. Poi, lui e Gaccione avrebbero cercato Greco, trovandolo in via Roma, sempre nel centro storico. La lite si sarebbe riaccesa, finendo in tragedia. «Ti brucio» avrebbe detto De Maddis all’amico. Gaccione, che teneva ferma la vittima per le spalle, si è ustionato un braccio, mentre Greco, ridotto ad una torcia umana, correva dibattendosi tra le fiamme. Ha percorso una cinquantina di metri urlando e chiedendo aiuto. Poi è crollato privo di vita sui gradini di un vicolo.
È stato lo stesso De Maddis, come hanno accertato i carabinieri, a telefonare al 112, in modo anonimo, limitandosi a dire di aver visto un ragazzo avvolto dalle fiamme. I due, interrogati per ore dai carabinieri, hanno cercato di negare, ma ciò non ha impedito alla Procura di emettere per entrambi il provvedimento di fermo. Pesanti le accuse: omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà.


Quale reale molla abbia innescato il delitto, ancora resta un mistero. Sia per gli investigatori, sia per chi conosceva vittima e carnefici. Tutti si chiedono cosa possa avere fatto scattare la molla omicida nelle mente di due ragazzi considerati normali.

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