Ubs, il buco sale a 2,3 miliardi L’ad Grübel resiste: «Non mi dimetto»

Le perdite di Ubs generate dalle attività non autorizzate del trader londinese Kweku Adoboli (arrestato giovedì per frode) sono salite a 2,3 miliardi di dollari (1,67 miliardi di euro), 300 milioni in più della stima iniziale. Secondo il Sunday Times, il trader avrebbe effettuato operazioni per 10 miliardi di dollari.
L’ad del colosso elvetico, Oswald Grübel ha tuttavia spiegato che lo scandalo non implicherà le sue dimissioni, gesto invocato dai critici e detrattori. «Sono responsabile di quello che succede nella banca - ha dichiarato Grübel - ma se mi chiedete se mi sento in colpa, allora vi dico di no». Secondo fonti interne all’istituto di Zurigo, il manager godrebbe ancora della fiducia dei maggiori azionisti della banca, tra i quali il Fondo sovrano di Singapore che detiene il 6,4 per cento. Nuove sorprese, tuttavia, potrebbero arrivare dall’Investors Day del 17 novembre. In quell’occasione Grübel potrebbe annunciare un forte ridimensionamento se non uno spin off dell’investment banking
Ubs ha ribadito ieri in una nota che «le posizioni dei clienti non sono state interessate in alcun modo» e che il rischio delle transazioni non autorizzate è stato coperto e l’operatività sull’azionario è tornata alla normalità. Nel comunicato sono stati forniti ampi dettagli sulla truffa del trentunenne Adoboli.

In buona sostanza, il trader negli ultimi tre mesi ha negoziato futures su indici azionari (S&P 500, Dax e EuroStoxx) coprendo il rischio non con attività reali, ma con posizioni fittizie a termine agganciate a degli Etf. Il trucco gli ha consentito di nascondere alla banca che la sua operatività superava i limiti di rischio impostati da Ubs. Che ha nominato una commissione interna per investigare sul crack causato da Adoboli.

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