Mario Pepe
da Napoli
Quattro ordinanze di custodia cautelare per dare un nome ed un volto agli autori della sparatoria nella quale rimase vittima Annalisa Durante, la 14enne colpita per errore durante un conflitto a fuoco il 27 marzo dello scorso anno nel rione Forcella, a Napoli. Ad essere raggiunti dai provvedimenti emessi dal gip Luigi Giordano su richiesta del pm della Dda Raffaele Marino sono stati Gennaro Albino, 57 anni, e suo figlio Antonio, di 32, il 27enne Giovanni Della Torre e Vincenzo Pacifico, di 35 anni. Mancano all'appello soltanto i due presunti mandanti: si tratta del boss Vincenzo Mazzarella - sul cui capo pende un mandato d'arresto internazionale, la cui esecuzione è vincolata al via libera delle autorità francesi che concessero l'estradizione - ed Eduardo Bove, ucciso il 5 gennaio scorso ed ex plenipotenziario del clan egemone a Forcella. Il dramma fu originato dalla vendetta ordinata dal ras Mazzarella nei confronti di Ciro Giuliano, conosciuto come «'o barone», che stava tentando di ricostituire la cosca un tempo assoluta dominatrice di Forcella. Obiettivo del raid punitivo, teso ad annullare qualsiasi velleità da parte dello stesso Giuliano, sarebbe dovuto essere suo nipote, il 18enne Salvatore Giuliano («dovete ridurlo su una sedia a rotelle», avrebbe detto Mazzarella). La «missione» fu affidata ad Antonio Albino e Della Torre, spalleggiati da Pacifico, che entrarono in azione sabato 27 marzo: Giuliano si avvide dell'aggressione e aprì il fuoco per primo. Dalla moto, i due sicari risposero: un proiettile colpì la 14enne Annalisa che chiacchierava per strada con alcune amiche. Secondo le perizie balistiche, la giovane fu trafitta da un colpo partito dall'arma di Salvatore Giuliano, attualmente sottoposto a processo in Corte d'Assise.
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