Uccisi in casa, sospetti sul domestico

Uccisi in casa, sospetti sul domestico

Nel giallo dei due anziani uccisi nel salotto della loro villetta a Vimercate, spunta ora un domestico filippino che aveva lavorato con loro fino a pochi mesi fa. Gli investigatori vogliono infatti sapere perché se n’è andato e se aveva motivi di rancore nei loro confronti. L’unico dato certo infatti è che l’assassino fosse conosciuto dalle vittime e sia entrato martedì senza destare sospetti, per poi colpirle con una spranga mentre erano sedute in salotto, dove poi sono state ritrovate il giorno dopo. Quando esattamente e come siano state uccise, lo stabilirà l’autopsia che si svolgerà questa mattina a Milano.
Un delitto con molte chiavi di lettura quello di Giovanni Campanini, 81 anni, e della sua compagna Azucena Moreno Laino, 78 anni, tra le quali però quella della rapina degenerata sembra la meno credibile. Nella villetta di via Adige 25, oltre a oggetti di valore, sono stati trovati 1.600 euro, che difficilmente chi avesse tentato il colpo avrebbe lasciato dietro di se. Anche se comunque i soldi, nel senso di interessi economici e affari, potrebbero essere la molla che ha fatto scattare l’omicidio. Campanini, ingegnere, tra direzioni lavori, lottizzazioni e intermediazione aveva le mani in pasta nell’edilizia di Vimercate dall’81, da quando cioè era arrivato da Parma, e potrebbe aver destato invidie, gelosie e rancori per qualche affare. L’uomo continuava a lavorare nonostante un paio di ictus l’avessero costretto su una sedia a rotelle anche se quando c’era da concludere un affare, faceva venire in casa il notaio. Per questo i carabinieri guidati dal colonnello Michele Piras stanno esaminando le sue attività e setacciando i suoi conti correnti. Ma oltre all’eventuale socio in affari, tradito o raggirato, gli investigatori stanno anche vagliando l’ipotesi di un delitto maturato in una cerchia più ristretta. Per questo stanno cercando di rintracciare il domestico filippino che aveva preceduto quello originario del Kirghizistan. Vogliono capire perché abbia cessato il rapporto e se avesse rancori nei loro confronti.
Sotto la lente degli inquirenti, anche le relazioni famigliari. Campanini aveva due figlie, di 55 e 50 anni, che ora vivono a Milano e non sembra abbiano grandi rapporti con il padre, e un maschio di 45, ora suo socio in affari. Tutti e tre al momento del delitto risulterebbero lontani da Vimercate. Separato dalla moglie, dopo il secondo ictus aveva preso in casa una donna argentina, appunto la Moreno Laino, con il tempo diventata sua compagna. I rapporti tra i due sono ancora da esplorare. Qualcuno dice fossero un po’ incrinati negli ultimi tempi, altri che fossero idilliaci, tanto da progettare una crociera da 3 mesi e forse anche il matrimonio. Che inevitabilmente avrebbe provocato sostanziosi cambiamenti dell’assetto testamentario.
Nel frattempo proseguono anche gli accertamenti per verificare quali cellulari abbiano agganciato la cella di via Adige.

Mentre l’esame delle telecamere in zona, sembra non abbia fornito spunti utili. Questa mattina invece all’istituto di medicina legale si terrà l’autopsia che dovrà dare le prime risposte certe agli investigatori, soprattutto su orario e modalità del delitto.

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