Ucciso dall’ecstasy a solo 17 anni: preso lo spacciatore

Notte di Hallowen. Il ragazzo si sentì male durante una festa in via Watteau. Estraneo il Leonka: droga acquistata a Porta Genova

Ha accusato un leggero malore mentre stava ballando a una festa al Leonka, poi ha iniziato a sudare copiosamente «Ho caldo» ha mormorato agli amici. Salvo rassicurarli subito dopo «Mi è passato, sto bene». Quindi il collasso, il coma e dopo cinque giorni la morte: stroncato da una overdose di ecstasy. E l’altro giorno, dopo sei mesi di indagini, la polizia ha arrestato lo spacciatore che aveva venduto la dose mortale. Una cessione avvenuta ore prima a Porta Genova. Circostanza che scagiona il Centro sociale, finito al centro di mille polemiche.
Era il 30 ottobre, Francesco Botti, di soli 17 anni, lascia Nozzano, in provincia di Lucca, e insieme a due amici poco più grandi e raggiunge due ragazze a Novara. Ma si tratta solo di un punto di incontro. L’idea infatti è di spostarsi poi a Milano, comprare droga e andare a fare baldoria alla festa di Halloween organizzata al Centro sociale Leoncavallo. Una delle ragazze sa dove trovare lo stupefacente, chiama lo spacciatore e insieme concordano un incontro. I cinque a questo punto si trasferiscono in città, la ragazza si reca da sola all’appuntamento a Porta Genova e per 120 euro acquista dal pusher tre grammi di mdma, metilenediossimetanfetamina, più comunemente nota come Ecstasy. Poi torna dagli amici che la stanno già aspettando in via Watteau, sciolgono la sostanza in tre bottigliette e in quattro, uno rifiuta, bevono la mistura. Poi entrano nel Centro sociale e iniziano a ballare. Qualche minuto dopo il malessere, il collasso il ricovero a Niguarda dove il 5 novembre il ragazzo muore.
Un decesso che fa subito nascere un vespaio. «Ma come proprio voi che siete contro le droghe pesanti?» è la più delicata delle accuse. Da più parti si torna a chiedere l’intervento delle forza pubblica per chiudere e sgomberare il Centro sociale che del resto occupa abusivamente un complesso di proprietà della famiglia Cabassi. I dirigenti del Leonka abbozzano, ricordano i tanti anni di battaglia per legalizzare la marijuana, ogni hanno celebrano la «festa del raccolto», ma anche per combattere tutte le sostanze pericolose come cocaina, eroina ed ecstasy. E due giorni l’arresto effettuato dalla sezione omicidi della squadra mobile, dà loro ragione. La mdma non è stata comprata dentro o nei dintorni del Centro sociale, ma dall’altro capo della città. «E ora ci dovete delle scuse» chiedono a gran voce gli organizzatori.
A San Vittore nel frattempo è finisce Marco Cristini, 30 anni, originario della provincia di Bergamo, ma da tempo a Milano. Ufficialmente residente in via Lepetit, abita in via Parea, con la convivente e il figlio.

È un mezzo sbandato, conosciuto dal 2001 come consumatore e spacciatore, una vita bruciata dalla droga. A lui il magistrato contesta ovviamente lo spaccio ma anche il più grave «morte come conseguenza di altro reato», un evento insomma non voluto ma in ogni caso effetto diretto della cessione di stupefacente.

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