Enrico Lagattolla
Una lite tra automobilisti che finì in tragedia. Delle «corna» agitate dal finestrino dellauto che furono fatali. Nel maggio di due anni fa, Bledar Ujka Afikat, montenegrino irregolare di 27 anni, uccise un giovane «colpevole» di averlo insultato dopo un diverbio nel traffico, e poi ne ferì un secondo. Condannato in primo grado a trentanni di carcere per omicidio volontario e tentato omicidio, ieri Afikat si è visto ridurre la pena a 19 anni e quattro mesi. La prima Corte dassise dappello, presieduta dal giudice Camillo Passerini, non ha infatti riconosciuto laggravante di aver agito per futili motivi.
Una sentenza che desta stupore. «Aspettiamo di leggere le motivazioni», si è limitata a commentare il sostituto procuratore generale Laura Bertolè Viale al termine delludienza. Il pg, tuttavia, aveva chiesto una conferma della sentenza di primo grado, impugnata dai legali del montenegrino. Unaspettativa sorprendentemente disattesa.
Lepisodio risale al 2 maggio del 2004. Domenica, le 4.30. Bledar Ujka Afikat percorre via Padova a bordo di un grosso fuori strada. Parla al cellulare, e avanza lentamente ostruendo il passaggio.
Mario T., 32 anni, e Christian B, di 21, viaggiano su una piccola utilitaria. Raggiungono lauto del montenegrino, si accodano. Lampeggiano con gli abbaglianti, suonano, alla fine riescono a sorpassarlo. Una volta affiancati, si voltano verso Afikat. Qualche insulto, e quel gesto di troppo. Un dito medio alzato, o un paio di corna.
Il fuori strada accelera, riprende lutilitaria con a bordo i due ragazzi, prima la sperona, poi la affianca. Le due auto si toccano.
Allaltezza di via Anacreonte (una traversa di via Padova), decidono di fermarsi. È Mario T. a scendere per primo. Si avvicina minaccioso a Bledar, che reagisce estraendo un coltello con cui colpisce entrambi. Poi fugge.
I due ragazzi risalgono in auto, gravemente feriti. Riescono a chiamare unambulanza. Mario T. viene portato al Fatebenefratelli, dove muore poche ore dopo. Christian B., ricoverato al Niguarda, se la cava.
Bledar Ujka Afikaj viene arrestato due settimane più tardi in via Borgomanero. Gli uomini della Mobile avevano individuato il fuori strada guidato dal montenegrino grazie ai filmati registrati dalle videocamere a circuito chiuso di un locale di via Padova. Interrogato, luomo ammette di aver colpito i due giovani, e di aver gettato il coltello in un parco.
Per quelle accuse, in primo grado Afikat viene condannato a trentanni. Sentenza sensibilmente riformata in appello. Resta un omicidio volontario, scompaiono i «futili motivi».
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