Alessandro M. Caprettini
nostro inviato a Strasburgo
Se speravano in qualche abbozzar di sponda nel vecchio continente, a Teheran hanno dovuto lasciar perdere ogni speranza giusto qualche attimo dopo lapertura del dibattito allEuroparlamento. Nessuno spiraglio, nessuna apertura di credito, ma anzi una secca condanna «per i propositi minacciosi del presidente Ahmadinejad» nei confronti di Israele e la richiesta, altrettanto perentoria, di «sospendere immediatamente» loperazione di arricchimento delluranio, nonché «pieno consenso» alle decisioni dellAiea (Agenzia internazionale sul nucleare) di deferire lIran al Consiglio di sicurezza dellOnu.
Il coro delle accuse non ha avuto una singola sbavatura nel dibattito tenutosi ieri mattina nella capitale alsaziana e dedicato alle minacce che il regime iraniano accumula da giorni e giorni nei confronti di tanti Paesi. Anche perché, in parallelo con latteggiamento più che ambiguo sul nucleare, la presidenza austriaca, in apertura di seduta, ha reso noto tramite il ministro Winkler che la situazione dei diritti umani sta peggiorando, come dimostra laumento delle pene di morte comminate a parecchi giovani. Che lappoggio di Teheran a gruppi terroristici - riconosciuti come tali dalle Ue - prosegue e sintensifica. E che gli attacchi di alcuni giorni fa alle ambasciate di Paesi europei, concessi di fatto da un regime che in altri casi si mostra ferreo con chi scende in piazza, non sono che lultima controprova che in Iran si gioca ormai troppo apertamente col fuoco.
Che fare a questo punto? Con parecchi dei parlamentari con un occhio allintervista data proprio il giorno prima da Angela Merkel a Stern, in cui la Bundeskanzlerin rassicura i tedeschi sul rischio di un conflitto, assicurando che forse una «chance per una soluzione negoziata va facendosi reale» e che comunque la Germania ha intenzione di procedere «in maniera determinata», anche perché «prende sul serio» le minacce di Ahmadinejad, è stato il vicepresidente della commissione Frattini a spiegare che non cè altra soluzione possibile rispetto «ad un reale passo indietro dellIran».
La Ue, ha proseguito il commissario italiano a Diritti civili, Libertà e Giustizia, ritiene «inaccettabile» la risposta data alla richiesta di sospendere il programma di arricchimento nucleare con scopi militari, e cioè lintensificarsi dei lavori. Ha detto Frattini che «una porta per il dialogo resta aperta» ma che il tempo stringe e che ormai non solo è chiaro che il tentativo di Teheran di spaccare lOccidente è fallito, ma che anche Russia e Cina sono daccordo sulla necessità che gli iraniani facciano quel concreto passo indietro. In mancanza del quale non resterà che lapertura della procedura daccusa in seno al Consiglio di sicurezza dellOnu.
Sul passo indietro non si sono avuti maggiori ragguagli, ma è stato chiaro - tanto nelle parole di Frattini che nel documento finale votato da tutti i gruppi - che si pensa allofferta russa di procedere allarricchimento delluranio nel Paese di Putin per poi riconsegnarlo per esclusivi usi energetici a Teheran. Una offerta senza alternative, come ebbe a dire il ministro degli Esteri Lavrov a Fini e poi alla stampa la scorsa settimana durante una sua visita a Roma. Ma su cui Teheran ha a lungo scantonato. Ora i nodi sembrano essere venuti al pettine. E Teheran parrebbe intenzionata a verificare i contenuti e la portata dellofferta russa. Così, almeno, hanno lasciato capire a Vienna sempre ieri fonti della presidenza di turno austriaca.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.