da Milano
Nove chili in 28 giorni. No, non è la formula scelta dal solito centro benessere per reclamizzare un portentoso dimagrimento. Ma il suo esatto contrario. Quella sorta, cioè, di bulimia legislativa che ha portato l'Unione Europea, nel solo mese di febbraio, a sfornare qualcosa come 4712 pagine di leggi. In media 168 pagine al giorno, festività incluse, messe una sull'altra tra direttive e regolamenti europei. Risultato? Otto voluminosi tomi del peso di oltre novemila grammi che racchiudono 282 nuovi Regolamenti e 53 nuove Direttive.
Poteva Raffaele Costa, l'onorevole liberal per eccellenza, che della lotta agli sprechi e dello snellimento della burocrazia ha fatto le due mission della sua vita politica, lasciarsi sfuggire quest'altra occasione per segnalare l'ennesima stortura della macchina amministrativa? No, ovviamente non poteva. Sarebbe stato come tradire la causa che da anni lo vede impegnato. «Anche perché - spiega Costa al Giornale - da europeisti convinti siamo portati a credere o, meglio, a sperare, in un'Europa che alleggerisca e non che appesantisca ulteriormente il fardello legislativo di ciascun Paese. In altre parole non vogliamo un'Europa che sia soltanto la somma di tante burocrazie e non faccia altro che legiferare, travolgendo il mercato comunitario con provvedimenti variegati e spesso contraddittori».
E, a proposito di provvedimenti variegati e curiosi, Costa ha passato sotto la lente d'ingrandimento alcuni esempi degni di nota. Vediamoli assieme. Volete sapere qual è la legge più lunga varata a Bruxelles in febbraio? È il regolamento 1907/2006 «concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione, la restrizione delle sostanze chimiche» con il quale si istituisce un'Agenzia europea ad hoc. Per sviscerare l'argomento i legislatori di Bruxelles hanno pensato bene di riempire 849 pagine. Che ne dite, riusciranno ad entrare nel Guinness dei primati dopo questa singolare impresa? Quanto alla necessità e, soprattutto all'impellenza, di legiferare su determinati argomenti, giudicate voi. Si va dalle 26 pagine che accompagnano il varo del provvedimento «sulle importazioni di alcuni tipi di selle originarie della Repubblica popolare cinese», alle 57 utilizzate per definire «l'accordo di parternariato, nel settore della pesca tra la Comunità europea e la Repubblica islamica della Mauritania».
In compenso, ci fossero dei tentennamenti sulle «modalità di certificazione del luppolo» si potranno sfogliare le sedici pagine del provvedimento comunitario approvato in materia. Discorso che vale, naturalmente, anche per le «modalità di gestione dei contingenti tariffari per l'importazione di manioca e di patate dolci» racchiuse in tredici pagine e per conoscere una volta per tutte «lelenco delle sostanze essenziali per il trattamento degli equidi», piccolo compendio «sintetizzato» anchesso in altre tredici pagine. E così, dopo aver pubblicato nel 2002 il «Vocabolario delle assurde leggi europee che regolano coltivazione, produzione, vendita e commercio di ortaggi, frutta e verdura» Raffaele Costa punta adesso il dito contro quello che definisce «leccessivo dirigismo dellUnione europea che rischia di complicare ulteriormente i rapporti tra singoli Stati e Bruxelles. Per questo motivo - aggiunge Costa - chiedo a Prodi, Berlusconi, Frattini di attivarsi affinchè lUnione europea non divenga un reticolato legislativo. Pur apprezzando il lavoro mi domando se a Bruxelles abbiamo mai deciso di pronunciare coraggiosamente anche la parola semplificazione».
Domanda che sorge spontanea mentre sfogliamo le ventiquattro pagine del provvedimento che un pool di lungimiranti legislatori di Bruxelles ha messo a punto per istituire un «dazio antidumping provvisorio sulle importazioni di determinati prodotti di granoturco dolce in granella originari della Thailandia».
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