La Ue: «Illegali gli aiuti alle Poste Vanno restituiti»

I tassi d’interesse versati dal Tesoro sono superiori rispetto a quelli di mercato. Lo dice la Commissione

da Milano

Gli aiuti concessi dal Tesoro alle Poste Italiane nel 2005 sono illegali. Lo ha stabilito la Commissione europea, che ora ne chiede il recupero. Dall’indagine approfondita avviata da Bruxelles nel settembre 2006, a seguito di una segnalazione dell’Abi - l’Associazione bancaria italiana - è emerso che i tassi d’interesse versati dal Tesoro, sotto forma di rimborso per i fondi dei conti correnti postali depositati nelle casse di via XX Settembre dal 2005, conferiscono un vantaggio indebito all’azienda.
Inoltre, non solo questo aiuto illegale - che è stato già attivato, prima ancora di essere notificato - rischia di favorire Poste Italiane a discapito dei suoi concorrenti, ma il regime in forza del quale è stato concesso è stato abrogato con la Finanziaria 2007.
In effetti, Poste Italiane era tenuta per legge a depositare le somme raccolte dai conti correnti postali presso il Tesoro, in base al cosiddetto «vincolo d’impiego». L’indagine della Commissione ha rivelato, tuttavia, che i tassi d’interesse versati dal Tesoro a Poste Italiane a partire dal 2005 sono superiori a quelli che avrebbe offerto un mutuatario privato e superiori a quanto Poste Italiane avrebbe ottenuto se fosse stata libera di investire le liquidità sul mercato. «La Commissione è giunta alla conclusione che con questi tassi d’interesse, che non sono conformi alle condizioni di mercato, Poste Italiane ha goduto di un vantaggio economico che ha alterato la concorrenza e inciso sugli scambi nel mercato comune», si legge ancora nella nota.
Ora, la legge finanziaria 2007 ha abrogato il vincolo di impiego in capo a Poste Italiane limitatamente alla raccolta fondi presso la clientela privata e ne ha disposto l’investimento in titoli governativi dell’area euro. Gli interessi corrisposti su tali titoli - rileva Bruxelles - non configurano aiuto di Stato in quanto non comportano vantaggio selettivo. Per quanto riguarda il passato, invece, il commissario europeo per la Concorrenza, Neelie Kroes, ha dichiarato che «in un settore postale liberalizzato è cruciale garantire condizioni di parità tra concorrenti» e che «l’aiuto illegale versato a Poste Italiane deve pertanto essere recuperato».
E Jonathan Todd, portavoce del commissario alla Concorrenza, ha precisato all’agenzia Reuters che l’ammontare degli aiuti sarà stabilito a seguito di colloqui tra l’Italia e la Commissione. Nella lettera inviata, nel settembre del 2006, all’allora ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, a firma della commissaria Neelie Kroes, si afferma che «il tasso del 2005 si aggira intorno al 3,9%.

Gli interessi pagati ammontano a 1,3 miliardi di euro». Nulla si dice, invece, sul 2006. Ma solo una parte di quella somma dovrà essere eventualmente riversata, quella corrispondente al differenziale rispetto ai tassi ritenuti «di mercato».

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