da Londra
Da mesi ci si interroga sul suo futuro, mentre si avvicina la scadenza del 27 giugno, che segnerà la fine di un decennio di governo a Downing Street. Il Daily Telegraph, qualche settimana fa, avanzava unipotesi: il premier inglese si dedicherà a tempo pieno allAfrica e al dialogo interreligioso attraverso la sua nuova Blair Foundation. Ieri, invece, la più recente indiscrezione del Financial Times. Grazie allasse Parigi-Londra, creatosi dopo lelezione di Nicolas Sarkozy in Francia, il capo dello Stato francese starebbe lavorando perché, una volta chiusa la parentesi di governo londinese, Blair diventi presidente «a tempo pieno» dellUnione Europea.
Secondo il quotidiano della City, in questi giorni di fermento, alla vigilia del vertice europeo, Sarkozy avrebbe contattato i suoi omologhi per sostenere la candidatura del premier inglese uscente. Il presidente francese avrebbe discusso della cosa con la cancelliera tedesca Angela Merkel e avrebbe cercato di sondare il terreno consultando anche Madrid. La riprova, questa - se ce ne fosse bisogno - di un nuovo vento che spira fra Parigi e Londra, dopo i contrasti creatisi nellera Chirac-Blair proprio su nodi spinosi come lEuropa e la guerra in Irak.
Dallentourage di Sarkozy è arrivata al giornale la conferma indiretta di uno degli alleati del presidente francese: «Perché no?» - ha detto la fonte - precisando di non potere confermare in via definitiva il sostegno di Parigi alla candidatura. La ragione dellappoggio francese? «Vogliamo un presidente che sia credibile» e Blair potrebbe essere luomo giusto considerato che «vuole unEuropa politicamente forte».
Prevedibile cautela sulla notizia ha mostrato invece, prevedibilmente, Downing Street. «Questo incarico non esiste ancora - ha precisato una fonte governativa - e non cè traccia che possa essere creato in un prossimo futuro». Poi unulteriore precisazione: «Il primo ministro ha detto chiaramente che non desidera essere di nuovo in prima linea».
Intanto un sondaggio del Financial Times rivela, tuttavia, che Blair non sarebbe il candidato ideale per molti cittadini europei. Così almeno la penserebbero il 60% degli inglesi, il 64% dei tedeschi e il 53% dei francesi. Proprio su Europa e referendum in questi giorni il primo ministro è sotto attacco da parte dellopposizione conservatrice e della stampa popolare anti-europea, in testa il Sun, che lo accusano di complicità con gli altri Paesi europei e temono che dal vertice della prossima settimana possa uscire una «Costituzione mascherata», che potrebbe sottrarre poteri fondamentali allo stato britannico, senza che il popolo possa esprimersi tramite referendum.
Venerdì Downing Street ha cercato di troncare la polemica, garantendo che dal summit emergerà un Trattato «emendato» e non «costituzionale», che - come quelli approvati in passato - non avrà bisogno di essere sottoposto a una consultazione popolare.
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