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Dalla Ue un siluro contro l'Italia I permessi non bastano all'espatrio

Bruxelles accoglie le rimostranze di Germania e Francia e sottolinea che il decreto firmato giovedì dal premier non fa scattare automaticamente" la libera circolazione nell'area Schengen. Il Viminale: "Nulla di nuovo". L'ultimatum di Berlusconi: "Se l'Europa non esiste dividiamoci". Bruxelles ribadisce che i flussi migratori sono un problema comune. Frattini: "Le nostre leggi vanno rispettate"

Dalla Ue un siluro contro l'Italia 
I permessi non bastano all'espatrio

I permessi di soggiorno non risolvono il problema dell'immigrazione e la questione si fa sempre più complicata. Il decreto firmato giovedì da Berlusconi non fa infatti scattare "automaticamente" la libera circolazione nell’area Schengen. A dirlo è la Commissaria europea Cecilia Malmstrom, in una lettera preparata venerdì scorso e inviata al ministro dell’Interno, Roberto Maroni.

Una "lista di iniziative possibili" La titolare del portafoglio interni della Commissione europea ha scritto in seguito a una richiesta di chiarimenti da parte dello stesso Maroni. La Commissaria svedese afferma che Bruxelles "ha già attivato meccanismi per contribuire ad affrontare" quella che definisce una situazione "effettivamente molto difficile sul piano umano, sul piano economico e su quello del sistema di controllo alle frontiere dell’unione". La Commissione comunque "resta disponibile a fare anche di più, nei limiti dei mezzi e delle competenze di cui dispone" e, come ricorda la Malmstrom, ha inviato giovedì scorso ai ministri degli interni dei 27, in vista del Consiglio Ue in programma domani in Lussemburgo, una "lista di iniziative possibili".

Permessi compatibili con norme Ue, ma non sufficienti Entrando nel merito degli argomenti sollevati da Maroni, la Commissaria sostiene che "il rilascio dei permessi di soggiorno temporaneo a fini umanitari non appare sollevare problemi di compatibilità con la normativa comunitaria". Ma subito dopo aggiunge: "Per quanto riguarda il possibile utilizzo a fini di circolazione nell’area Schengen, noto che il testo dell’art.2 par. 3 del decreto del presidente del Consiglio dei Ministri che subordina tale libera circolazione al rispetto delle norme e condizioni in vigore, escludendo quindi già di per sè ogni automaticità legata al permesso di soggiorno in questione".

No alla protezione temporanea Per quanto riguarda "la tua richiesta di valutare la possibilità di attivare la direttiva 55 sulla protezione temporanea", la Commissaria afferma che "al momento non ritengo che esistano le condizioni. La mia prima valutazione - scrive la Malmstrom - mi porta infatti a nutrire dubbi sulla sussistenza delle condizioni di applicazione di tale direttiva nel caso di specie. In effetti, come spesso è stato indicato da parte italiana, i migranti irregolarmente entrati sul territorio italiano sono nella stragrande maggioranza migranti economici, non richiedenti asilo, quindi suscettibili in tempi brevi di essere rinviati in Tunisia. La direttiva sulla protezione temporanea intende invece tutelare gli sfollati provenienti da paesi terzi che non possono ritornare nel paese d’origine".

Le rassicurazioni del Viminale Non c'é "nulla di nuovo" nella lettera secondo fonti del Viminale. Il fatto che il permesso temporaneo di soggiorno concesso dall'Italia non faccia scattare automaticamente la libera circolazione nell'area Schengen, spiegano al Viminale, "é cosa nota, perché devono anche essere rispettate una serie di condizioni previste dal Trattato che per noi, in questo caso, sono rispettate".

Quanto al fatto che non ci sono le condizioni per attuare la direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea, al Ministero fanno notare che lo stesso Maroni giovedì scorso in Parlamento aveva riconosciuto che diversi Paesi erano contrari.

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