La Ue vuole punire la legge sul «Made In»

Nuovi ostacoli sul cammino della legge Reguzzoni-Versace, approvata all’unanimità dal Parlamento italiano in difesa del Made in Italy. Bruxelles ha avviato la procedura d’infrazione per violazione delle normative comunitarie; dunque l’Italia rischia di veder annullato il provvedimento, a meno che nel frattempo non entri in vigore una nuova normativa europea.
La partita è complessa e in questa fase prevalgono le considerazioni politiche. Negli ambienti di Bruxelles si fa notare come a spingere sull’acceleratore, sottovalutando l’eventualità di un’infrazione, sia stata soprattutto la Lega, anche per motivi elettorali, visto che la legge è stata approvata prima delle amministrative della scorsa primavera. E infatti, sebbene i primi firmatari fossero il deputato leghista Marco Reguzzoni e quello del Pdl Santo Versace, è stata soprattutto la Lega a cavalcare il tema; anche con buoni motivi. Fu infatti Reguzzoni a raccogliere la proposta lanciata proprio un anno fa dal movimento dei Contadini del tessile, trasformandola a tempo di record in legge, con l’appoggio di tutti i partiti in Parlamento. L’intenzione è di tutelare chi produce davvero nel nostro Paese rispetto a chi fa fabbricare all’estero e poi applica il marchio Made in Italy.
Ora però la partita si fa più difficile e le speranze sono riposte nei due regolamenti a difesa del Made In, proposti a livello europeo da Lara Comi e Cristiana Muscardini. In particolare il provvedimento della Comi ricalca in larga parte le norme della Reguzzoni-Versace ed è già in fase avanzata. È stato approvato sia in Commissione che dall’Europarlamento di Strasburgo, con un’ampia maggioranza, nonostante le perplessità di molti Paesi del Nord. Ha incassato il sì della Commissione, grazie all’impegno del vicepresidente Antonio Tajani; ora si attende solo il via libera del Consiglio europeo ovvero dell’organismo che riunisce i capi di Stato e di governo dei Ventisette.
Secondo gli esperti di vicende comunitarie, è improbabile che il Consiglio respinga un regolamento approvato sia dal Parlamento che dalla Commissione, ma, trattandosi di un tema delicato, l’esito non è scontato. I grandi gruppi esercitano forti pressioni lobbistiche nella speranza di non cambiare la normativa vigente.
Le decisioni e la tempistica del Consiglio europeo saranno decisivi anche ai fini della Reguzzoni-Versace.

Se il sì arriverà nei prossimi mesi la procedura d’infrazione decadrà automaticamente, in quanto la legge italiana sarà in linea con quella europea. In caso di un no o di un continuo rinvio, le probabilità che la procedura si concluda aumenteranno notevolmente.

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