Anna Maria Greco
da Roma
Il no di Romano Prodi alle tv Mediaset è solo linizio. Se il candidato premier dellUnione, dopo le critiche di domenica sul modo in cui lo trattano e inquadrano le reti di Silvio Berlusconi, tiene i toni bassi e precisa di non aver nulla contro lazienda in sé e di stimare Enrico Mentana (avrebbe dovuto partecipare al suo Matrix), dietro di lui sono i Ds ad aprire una campagna in grande stile, sfornando una serie di dati.
«Le tv Mediaset sono uno strumento fazioso e di parte della campagna elettorale», attacca il leader della Quercia, Piero Fassino, criticando in particolare la faziosità di Italia1 e Rete4. Il presidente del partito, Massimo DAlema, rincara la dose: «A vedere come sono organizzate le trasmissioni e fatti i tg, ci si rende conto che di fatto sono organi di partito».
Il centrosinistra, dunque, denuncia una discriminazione organizzata a tavolino dai giornalisti-dipendenti del premier non solo contro Prodi, ma contro tutta lUnione. E anche il leader della Margherita, Francesco Rutelli, dice che il Professore fa bene a privilegiare nella sua campagna elettorale lincontro diretto con i cittadini, piuttosto che le apparizioni televisive.
Berlusconi, però, non si lascia scivolare addosso le accuse e ribatte duramente, mentre il vicepremier Gianfranco Fini accusa di faziosità piuttosto i Tg3 regionali. «Le minacce nei miei confronti - dice il Cavaliere - e nei confronti delle mie aziende dimostrano che viviamo ancora in un Paese in cui una parte deve ancora avere timore che vinca l'altra parte: questo mostra che non siamo ancora in una piena e compiuta democrazia».
Fassino non si ferma alle critiche ma annuncia che, in caso di vittoria, lUnione modificherà la legge Gasparri, che non ha favorito «un vero pluralismo editoriale e culturale», bensì le posizioni dominanti di Mediaset e Rai e potrebbe decidere di mandare sul satellite Rete4. «Bisognerà verificare - dice - se la proposta è ancora valida dal punto di vista tecnologico».
Una prospettiva preoccupante per Berlusconi, perchè in questo caso Rete4 sarebbe costretta a licenziare più di mille persone. Intanto, lufficio stampa Ds ha già diffuso gli ultimi dati sui Tg Mediaset forniti da Isim-Ricerche all'Authority delle Comunicazioni, per dimostrare quello che sarcasticamente chiama il «pluralismo di Mediaset».
Il confronto è tra le percentuali di tempo dedicato a Fi e Ds. Il tempo di antenna (voce più notizia), sarebbe in totale per Fi 47,25 % e per i Ds 3,65%. Il tempo di notizia, per Fi 36,93% e per i Ds 3,69%. Il tempo di parola: Fi 65,93% e Ds 3,56%.
Con toni diversi rispondono alle critiche dellUnione Mentana e i direttori delle reti Mediaset Carlo Rossella, Mario Giordano ed Emilio Fede. Prodi rifiuta di venire a Matrix? «È assolutamente nel suo diritto - commenta il conduttore - andare o meno dove gli pare. Mi dispiace che non venga, anche per i telespettatori. Ma la campagna elettorale ognuno la fa come vuole, di certo non è la tv o una trasmissione che determineranno l'esito di un voto».
Carlo Rossella difende decisamente il Tg5: «Il mio telegiornale non è un organo di partito: basta guardare con attenzione i dati dell'Osservatorio di Pavia. Non ho nulla da rimproverarmi e se D'Alema vuole generalizzare, sbaglia». Poi, nelledizione delle 20, rivolge un appello a Prodi: «Vorrei consigliare al Professore di venire a Mediaset, che non è la fossa dei leoni ma unazienda seria. E noi siamo un tg libero». Segue invito al Tg5 per unintervista.
Lufficio stampa dei Ds gli risponde con altre rilevazioni del Centro d'ascolto dell'informazione: gli interventi nelle edizioni principali del Tg5 di esponenti di Fi e Ds rappresenterebbero per la prima il 37,84% e per gli altri il 12,17%. Giordano, direttore di Studio Aperto, dichiara: «Dopo il Tg3 siamo il tg che dà più spazio allopposizione».
Per il direttore del Tg4, Fede, se Prodi sceglie di non venire in tv e critica Mediaset il suo telegiornale non parlerà di lui ma di altri leader dellUnione. E invita il presidente dell'Authority Calabrò a tenerne conto. «Abbiamo invitato Prodi più volte e non ci è mai stato risposto». «Surreale», commentano i Ds.
Al leader di An Fini «non risultano» i dati dei Ds sul forte squilibrio a favore di Fi e a svantaggio dei Ds sulle reti Mediaset, ma ricorda che cè la par condicio «voluta dalla sinistra». «Prodi - aggiunge - non va da Mentana per fare una polemica di cui non c'è assoluto bisogno.
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