Cronaca locale

Ultima chiamata per l’Udc La Russa: "Ok all’accordo solo se c’è in tutto il Nord"

Vertice lombardo del Pdl con la Gelmini e Podestà Il coordinatore nazionale: "Ora devono scegliere". Già decisi i nomi da sostenere nelle altre regioni: Biasotti in Liguria e Cota (Lega) in Piemonte

Basta «melina», stop alle ambiguità. Il Pdl ha deciso, e anche l’Udc dovrà fare altrettanto. La proposta di un tavolo da aprire con i centristi è stata discussa ieri a Milano da uno dei tre coordinatori nazionali del movimento, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, con il coordinatore regionale Guido Podestà e il vice coordinatore Massimo Corsaro, alla presenza del ministro Mariastella Gelmini e del sottosegretario Luigi Casero.
Sul tavolo deciderà il leader del movimento Silvio Berlusconi. La proposta è chiara: l’Udc deve scegliere. Non necessariamente in tutto il Paese, ma neanche regione per regione. La soluzione la spiega lo stesso La Russa: «In Lombardia potremmo anche fare a meno dell’Udc - spiega La Russa - l’alleanza non è necessaria per vincere. Però non vogliamo lavorare con lo stesso opportunismo di altri. Allora all’Udc diremo che se vuole confermare l’accordo in Lombardia va bene, può venire nell’alleanza che sostiene Formigoni, però la scelta deve essere più vasta, valere per un’area socio-economica. Diciamo la circoscrizione delle Europee: Lombardia, Piemonte e Liguria».
I candidati però sono quelli già decisi, e annunciati. Dunque se non ci sarà l’accordo a Genova su Sandro Biasotti e a Torino su Roberto Cota non ci potrà essere neanche a Milano con Roberto Formigoni. «Non è un ultimatum - sottolinea La Russa - è un’offerta positiva, un’apertura. Avrei preferito alleanze omogenee in tutte le regioni, ma siamo pronti a discutere un accordo del genere, che poi è quello che ci chiedono gli esponenti locali dell’Udc, che in Lombardia continuerebbero volentieri l’esperienza di governo». La Russa ha inoltre escluso di aver affrontato il caso Prosperini, l’assessore regionale sottoposto a misure cautelari: «Finché non sarà dimostrata, come credo e spero, la sua innocenza non è il caso di affrontare la questione».
Dunque il tema è stato l’Udc, e ora l’Udc deve scegliere, e non potrà imbarcarsi sul treno vincente di Formigoni se non sceglierà l’alleanza con il Pdl anche nelle regioni vicine. Considerata l’avversità dei centristi per il leghista piemontese Roberto Cota, e la mai smentita intenzione di sostenere il governatore uscente del Pd anche in Liguria, i margini per un accordo generale di questo tipo sono strettissimi.
E infatti l’Udc si appresta alla corsa solitaria: «È la cosa più probabile» conferma il segretario regionale Luigi Baruffi. «Non ci sono novità», ammette, e intanto continua ad aspettare «iniziative di Formigoni» e a chiedere che se intende andare avanti «con i diktat della Lega».
Intanto all’Udc arrivano anche le condizioni dei rutelliani. Se gli udc non faranno l’accordo con il centrodestra l’ex vicepresidente della Provincia, Alberto Mattioli, autorevole esponente milanese dell’Alleanza per l’Italia è pronto a discutere di una corsa comune al centro, ma senza farsi annettere: «Auspico che ci sia la possibilità di sperimentare questa nuova offerta politica».

Pur senza porre veti sul nome di Savino Pezzotta, Mattioli chiede però di discutere «simbolo e nome» comune.

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