RomaLo scontro fra le Regioni e Giulio Tremonti, sui tagli imposti dalla manovra, sincarognisce. La Conferenza delle Regioni, al termine di una riunione a Roma, invia un ultimatum al governo: «Siamo pronti a restituire allo Stato le competenze previste dal decreto Bassanini», annuncia il presidente Vasco Errani. In sostanza, le Regioni si laverebbero le mani della gestione di trasporto pubblico locale, polizia amministrativa, incentivi alla imprese, invalidi civili, salute, opere pubbliche, viabilità, ambiente, agricoltura, mercato del lavoro, demanio idrico, energia e miniere fino al servizio mareografico. «Il ministro dellEconomia è convinto di poter gestire meglio delle Regioni? Allora lo faccia», aggiunge polemicamente il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni.
«Linsieme di tutte queste competenze - spiega Errani - vale più di 3 miliardi di euro, mentre il taglio previsto nella manovra nei confronti delle regioni vale 4 miliardi nel 2010». Oltre ai 4,5 miliardi sia nel 2011 che nel 2012. Questa proposta verrà messa allordine del giorno nella prossima riunione straordinaria della conferenza Stato-Regioni. «Intanto - annuncia Errani - chiederemo un incontro al presidente del Consiglio Berlusconi e ai presidenti di Camera e Senato per illustrare la nostra posizione, poi informeremo il presidente della Repubblica».
La minaccia di rinunciare alle norme del federalismo amministrativo rappresenta una escalation nella guerra dei tagli fra Tremonti e le Regioni. Queste ultime sostengono che gli sprechi si annidano nel bilancio centrale dello Stato, più che in quelli degli enti periferici. «Non è pensabile - attacca ancora Formigoni - che il ministro pensi di individuare gli sprechi fuori da casa sua, quando i dati dicono che laumento del deficit, in questi anni, si deve soprattutto ai ministeri. Se questa manovra resterà comè, i servizi subiranno tagli insostenibili». Il governatore lombardo ne ha anche per Letizia Moratti, che non ha polemizzato sulla manovra: al sindaco di Milano ricorda che la Regione dovrà dare di meno anche al capoluogo. La protesta non viene dai governatori di sinistra ma è trasversale, prescinde dal colore politico, come provano le parole di Luca Zaia (Veneto) e Ugo Capellacci (Sardegna). «Il fronte è compatto contro i tagli», assicura Cappellacci. Mentre Zaia si appella al Parlamento perché modifichi la manovra. Anche il ministro dellInterno Roberto Maroni ha avuto una discussione «utile» con Tremonti sui fondi del comparto sicurezza. In mattinata, aveva detto: «Vado a litigarci». In serata il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto prova a mediare: «È un approccio sbagliato, siamo di fronte a una manovra che si inserisce in un contesto diverso, non ordinario. E comunque - aggiunge - mi auguro che governo e Regioni individuino presto le modalità di intervento sulla capacità e le percentuali di spesa pubblica. La sua riduzione è decisiva».
Tremonti fa il duro con le Regioni, ma ammorbidisce i tagli per la scuola. Il governo è disponibile a utilizzare la quota del 30% dei risparmi conseguiti nel 2008 nel settore scolastico per allentare la stretta alle retribuzioni dei docenti. Questo, dice il ministro in un incontro coi segretari dei quattro sindacati della scuola, potrebbe anche risolvere il problema del blocco degli scatti di anzianità. In cifra, sarebbero a disposizione circa 3 miliardi e mezzo. Lapertura di Tremonti piace alla Cisl, che raccoglie molti iscritti nel corpo docente. «È importante - spiega il segretario Raffaele Bonanni - e dimostra che il dialogo sereno e lazione sindacale, ma non politica, danno buoni risultati». Intanto, con un emendamento al testo della manovra, la commissione Bilancio del Senato ha «travasato» lente di assistenza dei maestri elementari nellInpdap.
La Cgil però non ascolta Bonanni, e oggi mette in atto uno sciopero generale di 4 ore contro le misure della manovra, definita «sbagliata e iniqua». I metalmeccanici Fiom si asterranno dal lavoro per otto ore, e i pubblici dipendenti per lintera giornata.
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