Ultimatum Exor: i soldi ci sono ma ora è vietato sbagliare

Premessa: l’aumento di capitale andava fatto ed è stato fatto. Squilli di tromba e avanti popolo: la Juventus tornerà a essere quella dei bei tempi, i soldi ci sono e arriveranno tanti campioni capaci di riportarla là dove merita. Forse sì o forse no. Di sicuro, sbagliare non sarà più ammesso: la Exor, azionista di maggioranza che detiene il 60% delle quote della società più il 7,5% «preso in prestito» dalla finanziaria libica Lafico - ha fatto il suo ma anche chiaramente lasciato intendere che d’ora in avanti la società dovrà gestirsi da sola. Come ai tempi di Moggi e Giraudo, tanto per intenderci.
Piano quinquennale e 120 milioni di aumento di capitale: questo è quanto, perché i 70 milioni di prestito rilasciati dalla stessa Exor andranno restituiti entro la fine dell’anno. Serviranno per agire con immediatezza, ma non è che Marotta avrà poi di che scialare. Fatti salvi quei 120 e solo quelli, almeno la metà servirà per coprire il buco di bilancio che si verificherà al 30 giugno e 37 sono già stati impegnati con i riscatti di Matri, Quagliarella, Pepe e Motta, tutti comunque pagabili nel prossimo triennio. La Juve investirà, certo: ma non potrà più fare buchi nell’acqua tipo quelli di Tiago (14), Diego e Melo (25 a testa), Amauri (23), Martinez (12) e via di questo passo. «Adesso abbiamo i mezzi economici per tornare a vincere», dice il presidente Andrea Agnelli. Il quale non vede l’ora che il nuovo stadio porti i ricavi sperati («30 milioni a stagione»), essendo certo che la sua Juventus non avrà problemi a rientrare nei parametri del fairplay finanziario voluto dall’Uefa: per i primi due anni (2011-12 e 2012-13) le società potranno accumulare una perdita non superiore a 45 milioni, a patto che venga ripianata con iniezioni di capitale e non con prestiti degli azionisti. Ecco: la Juve si è già portata avanti da prima della classe ma, parole di Agnelli, «l’autofinanziamento arriverà dal terzo anno in avanti del nostro piano quinquennale. E l’ingresso nell’Europa che conta sarà imprescindibile». Già: perché piazzarsi tra le prime tre del nostro campionato garantirebbe almeno 20-25 milioni a stagione. Altri soldi freschi da aggiungere al gruzzolo dello stadio e a quanto rimarrà dell’aumento di capitale. Senza quelli, ripetendo le due ultime sciagurate stagioni, saremmo di nuovo punto e a capo. E stavolta la Exor direbbe «arrangiatevi». Risultato: Marotta, pensaci tu. A pescare campioni a prezzi non esorbitanti, a costruirli in casa e a lasciarsi definitivamente alle spalle la gestione Blanc-Secco.

«I vecchi salari costituiscono ancora oggi il 62% del nostro monte ingaggi», è la precisazione di Agnelli. Errori, insomma, ne sono stati commessi a iosa: reiterarli equivarrebbe ad affossare la Signora. Forse definitivamente.

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