Il tempo sta per scadere: dal 21 aprile, data della presentazione del piano di sviluppo Fiat, a oggi, sono trascorsi 34 giorni durante i quali azienda e sindacati si sono confrontati sul tema Pomigliano dArco, banco di prova per il via libera al progetto «Fabbrica Italia». E ieri, poco dopo la conclusione dellincontro al quale non ha partecipato la Fiom (si siederà al tavolo con il Lingotto il 4 giugno) per motivi interni, ecco arrivare il commento di Sergio Marchionne che ha tutto il sapore di un ultimatum: «I tempi stanno diventando stretti. Spero che si possa giungere a una rapida conclusione perché, presto, sarà impossibile accettare ulteriori ritardi». Lamministratore delegato di Fiat, pronto a impegnarsi per rilanciare il sistema automobilistico italiano attraverso nuovi investimenti (20 miliardi) e il raddoppio della produzione (dalle 650mila unità del 2009 a 1,4 milioni nel 2014; il 65% sarà destinato alle esportazioni a fronte del 40% del 2009), mette in guardia i sindacati: «Il protrarsi della trattativa - afferma - ha già provocato lo slittamento degli investimenti necessari per lavvio della produzione». E ricorda, anche senza citarlo in modo esplicito, che il famoso piano B è sempre a portata di mano: «In assenza di un accordo che offra adeguate garanzie - ammonisce al riguardo - potrebbe diventare inevitabile riconsiderare il progetto e prendere in considerazione ipotesi alternative per la produzione della futura Panda». Tutte parole che allinterno dei sindacati vengono interpretate come la disponibilità da parte di Marchionne a dialogare ancora, ma non oltre la metà di giugno.
Il mese prossimo, dunque, potrebbe risultare decisivo su due fronti: la vertenza Pomigliano dArco, legata a doppio filo con il progetto «Fabbrica Italia» (se salta laccordo sulla riorganizzazione dellimpianto campano difficilmente potrà decollare il piano nel suo complesso); il destino dello stabilimento siciliano di Termini Imerese, visto che il ministero dello Sviluppo economico ha convocato - per il giorno 11 - Fiat, Regione, Confindustria e sindacati per fare il punto della situazione. Per Termini Imerese unipotesi allo studio delladvisor Invitalia riguarderebbe la condivisione della fabbrica tra Cape Natixis (Simone Cimino) con il progetto «Sunny car» e Pininfarina Nido; de Tomaso (Gian Mario Rossignolo); e una società collegata al gruppo cinese Faw.
Su Pomigliano, intanto, azienda e sindacati avrebbe trovato alcune convergenze: la copertura del 18° turno, quello più gravoso, con dei permessi; la disponibilità di Fiat a monetizzare il taglio dei 10 minuti delle pause; la considerazione di due voci (paga di posto e disagio di linea) anche nel nuovo accordo.
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