Da domani e fino a domenica 9 agosto, tranne giovedì, alle Terme di Caracalla ultime quattro repliche della convincente «Carmen» di Bizet, che ha debuttato alla fine di luglio nel nuovo allestimento di Renzo Giacchieri (regia, scene, costumi, luci), con la direzione di Karel Mark Chichon e con latteso debutto su un palcoscenico italiano della bella e vocalmente prestante Elina Garanca, mezzosoprano lettone ancor giovane e già applaudita in grandi teatri. Giacchieri ha ripreso un elemento scenografico di una sua precedente opera data alle Terme, «Madama Butterfly» di Giacomo Puccini: un ponte di mattoni piazzato al centro del palco e fatto diventare, di volta in volta, passerella per protagonisti e comparse, taverna, rifugio di montagna per contrabbandieri e zingari, ed esterno di una grande arena.
La «Carmen» di Caracalla non ha nulla di cerebrale e falsamente intellettualistico. Giacchieri ci avvicina allessenza del dramma che sconvolge la vita a tutti quelli che avvicinano Carmen, oltre che a lei medesima. Giacchieri fa muovere i protagonisti con naturalezza e senza inutili psicologismi. La Garanca ha voce bella, corposa, ricca e sa dosarla con maestria; le è temibile pendant la sua rivale in amore, quella Micaela che a Caracalla ha cantato con la voce dellottima Ermonela Jaho. Su un piano inferiore i protagonisti maschili. Buona prova hanno dato il coro, le voci bianche e la compagnia di danza ( coreografie di Alessandra Panzavolta); lOrchestra agli ordini di Chichon sè difesa con onore.
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