Ultimi ritocchi alla Finanziaria Il governo «salva» i tagli all’Ici

da Roma

Il governo ha salvato il garante per l’energia e il gas. Ieri sera, nell’ultimo scorcio di esame in commissione della manovra, è stato eliminato l’emendamento che avrebbe azzerato i vertici dell’Autorità per l’Energia e il Gas, tra cui il presidente Alessandro Ortis. L’annuncio lo aveva dato il ministro allo Sviluppo economico Claudio Scajola e i deputati in serata hanno confermato. Altro aggiustamento dell’ultima ora riguarda le norme rigidissime sulla copertura delle leggi introdotte dalla manovra, modificate per non intralciare l’abolizione dell’Ici. Ultime limature prima che il decreto arrivi all’aula nel pomeriggio di oggi.
Ma ieri è stata soprattutto la giornata del confronto con le Regioni. Al centro dell’incontro i ticket e il nodo dei tagli. Il governo ha messo sul piatto 400 milioni di euro, rispetto ai 50 inizialmente previsti, per evitare la reintroduzione della tassa sulla diagnostica e sulle visite specialistiche introdotta dal governo Prodi. «Non possiamo andare oltre», ha spiegato il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto. Per compensare il maggiore sforzo per evitare i ticket, ha aggiunto Fitto, sono in via di definizione «norme per tagli più sostenuti ai costi della politica degli enti locali». Posizione mantenuta da Giulio Tremonti all’incontro, anche di fronte alla fortissima opposizione da parte delle regioni. Al termine i governatori si sono dichiarati insoddisfatti. Particolarmente duro il confronto tra il ministro dell’Economia e il presidente della giunta lombarda Formigoni.
Altro nodo legato alla manovra è quello del contratto degli statali. I sindacati hanno bloccato la trattativa perché non accettano l’inflazione programmata all’1,7 per cento contenuta nel Documento di programmazione economica e finanziaria. Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha criticato l’atteggiamento di Cgil, Cisl e Uil che - ha protestato - sono «in uno stato di confusione mentale». Il ministro del Welfare Sacconi ha annunciato che la detassazione degli straordinari, appena entrata in vigore e fino ad ora valida solo per i redditi sotto i 30mila euro all’anno, potrebbe essere estesa anche a chi guadagna di più.
Sempre sul fronte dei redditi e dei contratti ieri la trattativa tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil si è arenata sul nuovo indice di inflazione sul quale calcolare gli aumenti di stipendio. Sul tema sono intervenute anche le piccole imprese della Confapi, chiedendo una «profonda semplificazione».

La proposta del presidente della Confapi, Paolo Galassi, avanzata nel corso dell’assemblea generale della confederazione è di sostituire gli attuali 400 contratti con «un numero contenuto di modelli che identifichino alcune macro-aree: la grande impresa, la Pmi manifatturiera e di servizio alla produzione, l’impresa artigiana, l’impresa del commercio e dei servizi, la pubblica amministrazione».

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