Ultimissime: la Roma non fa più la stupida

Tre vittorie consecutive. In casa giallorossa si comincia a fare l’abitudine al sorriso: dopo Inter e Ascoli anche la pratica Messina è stata archiviata nel modo migliore, con la giusta dose di sofferenza in campo. Classe, fortuna e cuore. I tre ingredienti dei successi che hanno permesso alla Roma di scalare posizioni in classifica e trovare una posizione più consona al blasone e alla rosa. Luciano Spalletti la classe la conosceva già e sulla fortuna può poco, quindi si tiene stretto quell’ultimo ingrediente, il carattere che era mancato spesso a inizio campionato «Ho visto una squadra vogliosa e determinata a portare via il risultato: in qualsiasi modo», è la sua sintesi della seconda vittoria sullo Stretto, dopo quella di Reggio Calabria all’esordio in campionato. Un concetto ribadito con altre parole: «Gli aspetti positivi sono da ricercare soprattutto nel fatto che la squadra ha lottato nel momento più difficile. Ho visto una squadra matura che voleva il risultato. Poi ci ha messo del suo Totti con il gol del 2-0 e tutto è stato più facile. Ma ho visto una grande disponibilità al sacrificio quando c’è stato il loro ritorno ad inizio secondo tempo». Ecco, quella prima parte di secondo tempo va archiviato tra gli aspetti negativi di giornata: ma non solo per colpa dei giallorosso: «Sono di più i loro meriti, ci hanno creato delle difficoltà con un gran pressing, non riuscivamo a giocare con tranquillità e forse abbiamo anche commesso qualche errore di troppo nelle ripartenze». Insomma, l’aria è cambiata rispetto a un mese fa, quando «ci esprimevamo bene, ma non riuscivamo a concretizzare molto. Adesso, forse, le cose girano per il verso giusto, siamo più tranquilli».
Nota di merito, oltre che per il capitano, ancora in attesa di diventare papà, anche per Doni. «Non mi sorprende - replica Spalletti -. Su di lui ne ho sentite di tutti i colori. Ma io sono quello che ha deciso di dargli una maglia da titolare». Quanto a Totti, il tecnico di Certaldo sottolinea anche la sua compostezza: «Non ha mai reagito anche in situazioni poco simpatiche. Un grande campione». Meno bene Montella, che nel secondo tempo ha lasciato il posto a Nonda, ma nessuna bocciatura per l’aeroplanino: «Non era la sua partita - commenta Spalletti - l’ho tolto perché volevo velocizzare di più la manovra e anche gli scambi sotto porta». Inevitabile infine una battuta sul tormentone Cassano: «È un giocatore che fa ancora comodo alla Roma, ma io lo guardo di volta in volta, quindi non so se ci sarà contro la Juventus».
In casa Messina un po’ a sorpresa si recrimina sull’arbitraggio: «Questa è una partita che non avremmo mai potuto vincere - sentenzia il presidente dei giallorossi siciliani Pietro Franza - ma non posso rimproverare nulla ai ragazzi: se guardo alle occasioni da gol credo che la bilancia penda nettamente a favore del Messina».

Più misurato il tecnico Bortolo Mutti: «Purtroppo nel calcio conta solo il risultato ma i ragazzi hanno lottato alla grande e non ho nulla da rimproverare. Nell’analisi globale della partita io credo che il Messina abbia regalato una prestazione molto bella, ma c’è grande rammarico per non aver colto nulla».

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