Loffensiva finale contro Marcello DellUtri, senatore del Popolo della libertà, parte ufficialmente ieri mattina nellaula della Corte dappello di Palermo. Preannunciato a più riprese da boatos di stampa, lattacco che punta ad affossare definitivamente DellUtri prende corpo quando il sostituto procuratore generale Antonino Gatto interrompe la requisitoria in corso ormai da diverse udienze e rende noto che le prove che cinque anni fa portarono il tribunale di Palermo a condannare a undici anni di carcere il senatore per concorso esterno in associazione mafiosa non bastano più.
Contro DellUtri la procura generale chiede di utilizzare anche le dichiarazioni del nuovo «pentito» Gaspare Spatuzza, lex «aiutante boia» dei boss di Brancaccio divenuto la star della nuova stagione delle inchieste antimafia. Spatuzza riparte da lì dove si erano fermate una decina di anni fa le dichiarazioni di un altro collaborante assai gettonato, Totò Cangemi, il primo a teorizzare ufficialmente i rapporti tra Cosa nostra e la Fininvest. Dopo avere iscritto nel registro degli indagati Silvio Berlusconi e Marcello DellUtri per concorso in strage - sotto i nomi in codice di Alfa e Beta - nel 1998 i pm avevamo dovuto rassegnarsi ad archiviare la pratica. Ma è proprio quel fascicolo che ora puntano a riaprire. E che anzi, secondo più di una voce, hanno già riaperto.
Il processo dappello a carico di DellUtri, insomma, non è che una prova generale della «tenuta» delle dichiarazioni di Spatuzza. Se i verbali del collaborante saranno tenuti per buoni dalla Corte dappello palermitana, lo saranno anche nelle tre procure - Palermo, Firenze e Milano - dove le dichiarazioni di Spatuzza sono già al centro di una attività investigativa tanto sotterranea quanto imponente. Nel solo capoluogo lombardo, sotto la guida di Ilda Boccassini, ci sono decine di investigatori che lavorano unicamente sulla pista Cosa nostra-Berlusconi.
Il gossip giornalistico intorno a questo tema era martellante ormai da mesi. Adesso, con la decisione di portare Spatuzza in aula - dietro il paravento bianco dei pentiti - nellaula del processo dappello a DellUtri si comincerà a capire esattamente cosa abbia detto il «superteste». Anche perché i difensori di DellUtri - Sandro Sammarco e Nino Mormino - hanno chiesto che linterrogatorio sia preceduto dal deposito di tutti i verbali resi in questi mesi da Spatuzza: i quattro ufficialmente noti (due del luglio 2008 a Palermo, due dellautunno successivo a Caltanissetta) ma anche quello, finora citato solo dai giornali, davanti alla Procura di Firenze nella indagine bis sulla strage di via Georgofili (dove si disse che proprio Spatuzza azionò il telecomando della bomba). Ma è possibile che ci siano anche dichiarazioni rese a Milano. E cè certamente un ultimo verbale davanti alla procura di Palermo allinizio di ottobre, quando la requisitoria-bis contro DellUtri era già iniziata.
Il piatto forte di questa massa di verbali, secondo le notizie circolate finora, è la confidenza che Spatuzza avrebbe ricevuto in un bar da uno dei fratelli Graviano, i boss di Brancaccio già allergastolo per la stagione delle stragi. Alla fine del 1993 Graviano avrebbe spiegato a Spatuzza che lunico vantaggio venuto a Cosa nostra dagli attentati era laggancio del nuovo referente politico: Forza Italia e, tramite DellUtri, Silvio Berlusconi. Ma sembra di capire che a unaffermazione così netta Spatuzza arrivi un po per volta, trattando e ritrattando, precisandola vieppiù sotto lincalzare dei magistrati, a partire dal primo «contatto» ravvicinato nel 2002, in alcuni colloqui in carcere (tanto che un anno dopo la sorella scriverà ai giornali per smentire la notizia che dava Spatuzza già per collaborante) fino al salto ufficiale del fossato, nellaprile 2008. Ma non è chiaro a che punto del suo percorso di «redenzione» si sia deciso a fare esplicitamente i nomi di DellUtri e Berlusconi. Sta di fatto che adesso Spatuzza è considerato dai pm un pentito doc.
Lappuntamento in aula a Palermo è per il 6 novembre, per stilare il calendario degli interrogatori del pentito. «Si cerca di far dire a Spatuzza il nome di DellUtri», sintetizzano i legali del senatore azzurro.
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