Ultrà del Verona a Foggia: «Padre Pio è un terrone»

– «Padre Pio terun», hanno cominciato a cantare mezz’ora prima della partita insultando il frate delle stimmate vissuto a San Giovanni Rotondo, paesino del Gargano: così domenica scorsa i tifosi del Verona assiepati sulle gradinate dello stadio Zaccheria di Foggia hanno pensato di attendere l’inizio della partita che ha dato il via al girone di ritorno della Prima Divisione. Un pomeriggio gelido, che non ha impedito però ai supporters gialloblù di riversarsi in Puglia per assistere alla gara. Uno scontro tra nobili decadute: da un lato il Verona, sprofondato dai fasti della Serie A in cui vinse anche uno scudetto in quella che un tempo era la C, dall’altra il Foggia che della squadra di Zeman che incantava l’Italia porta da tempo solo la maglia. Insomma, una sfida sentita non solo per la classifica ma anche per il blasone, un testacoda Nord-Sud che già alla vigilia destava notevole preoccupazione tra le forze dell’ordine.
I tifosi del Verona sono arrivati allo stadio in gran numero: in quattrocento, quasi un record per una partita di Prima Divisione. Erano scortati da un rigido cordone di polizia, si sono assiepati nel settore di curva Nord, dalla parte opposta rispetto ai rivali. Tutt’intorno un clima di tensione, con le forze dell’ordine che tenevano costantemente sotto controllo la situazione per scongiurare il rischio di incidenti. Poi, all’improvviso, sono partiti i cori della vergogna: «Padre Pio terun, Padre Pio terun», hanno urlato i veronesi. Tra gli spettatori c’è stato un momento di smarrimento misto a incredulità, quindi sono piovuti fischi sulla gradinata occupata dai supporters scaligeri. La gara è cominciata, l’incontro si è svolto regolarmente ma è stato accompagnato da altri cori offensivi: questa volta i tifosi gialloblù se la sono presa con i foggiani insultandoli e chiamandoli ripetutamente «terroni». La partita è finita 1 a 0 per i veneti, polizia e carabinieri sono riusciti a evitare contatti fra le tifoserie, il deflusso del pubblico è stato regolare e non ci sono stati incidenti. Non è stato possibile, invece, impedire quei cori.
Non è la prima volta che accade da queste parti. Due anni fa, sempre in occasione di una partita del campionato di Prima Divisione, si verificò un episodio analogo. Non si giocava a Foggia, ma a Manfredonia, grosso centro del Gargano, poco distante, dove la squadra di casa se la vedeva con il Verona. Un incontro decisivo per la salvezza: vinsero i pugliesi per 2 a 1, un risultato che non servì a evitare la retrocessione mentre i gialloblù disputarono i playout. Anche allora i tifosi veneti innalzarono il coro della vergogna contro Padre Pio, chiamato più volte «terrone». Furono avviati accertamenti dalla polizia, che analizzò i filmati della partita per tentare di individuare i responsabili.

Sulla vicenda intervenne anche l’ex nazionale Beppe Signori: «Provo pena per queste persone – dichiarò il vecchio bomber del Foggia di Zeman, poi approdato alla Lazio e al Bologna – e credo che la migliore cosa sia l’indifferenza. Chi è così imbecille – aggiunse – da avere il coraggio di insultare un santo come Padre Pio non merita neanche la ribalta dei giornali».

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