La giunta Marrazzo ha concesso al manager dellUmberto I Ubaldo Montaguti, quattro ore di audizione per affermare la «difesa» dopo le «accuse mosse dallopposizione regionale fin dal giorno dellinsediamento. Prima fra tutte lesoso emolumento di 208mila euro lanno più il 30 per cento sul raggiungimento degli obiettivi che, luniversità la Sapienza alla stipula del contratto, gli ha riconosciuto. E dinanzi al quale Montaguti ha risposto candidamente «Se non fosse stato così non mi sarei preso lonere di venire fino a Roma: non sono mica Madre Teresa».
Per seconda, la discussione sulla proposta contrattuale fatta alla consorte e sulla quale il convenuto ha risposto «Si può fare» tantè che, pure il giudice del lavoro proprio ieri, ha respinto integralmente il ricorso presentato dal sindacato Fials Cofsal sulla questione. Insomma una «serrata» in consiglio regionale che ha visto attori della vicenda oltre al direttore generale del nosocomio universitario anche il presidente della commissione sanità, Franco Dalia e il consigliere diessino Carlo Lucherini che hanno espresso invece il loro plauso dinanzi «alleccellenza della professionalità in ambito qualitativo e le grandi potenzialità espresse nella relazione che Montaguti ha tenuto sul nosocomio universitario». Precisazioni che però alimentano solo quelle che sono state tacciate come «deliri accusatori» della Casa delle libertà ma che, anche in questa sede, hanno innescato quella polemica mai sopita perché «La sollecitudine di consentire tempestivamente laudizione del neo-manager può celare i boatos che sulla vicenda le stesse forze di sinistra, tengono chiuse nel cassetto ma che minano dal profondo le crisi di questa maggioranza - ha commentato lazzurro Stefano De Lillo, vicepresidente della Commissione sanità -. Linvito al direttore di relazionare ai è solo una soluzione-tampone per frenare il terremoto politico che la vicenda sta avendo allinterno delle frange di sinistra. Mentre se si parla di sanità, la principale voce di bilancio della regione, non si può aprire e chiudere a comando la porta della trasparenza, perché questa deve riguardare la gestione di tutto il settore nella sua globalità. Su questo dobbiamo vigilare, e sulla attenzione che la giunta Marrazzo e lassessore Battaglia devono alle attività ordinarie della commissione».
Il perché è presto detto: la domanda che si è posto il consigliere regionale di Alleanza nazionale, Tommaso Luzzi, ossia: «Che per tagliare gli sprechi che forse si aumentano gli stipendi?» sembra circolare già da un pezzo negli ambienti del Prc e dei Comunisti italiani. «È vero - ammette Luzzi - che oggi Montaguti sè guadagnato la scena per 4 ore, ma è pure vero che la riduzione degli sprechi tanto agognata è smentita da delibere e determinazioni dirigenziali che incrementano gli stipendi tanto da far rimpiangere alla Cgil, addirittura la giunta Storace».
E a lanciare il sasso della discordia allinterno della stessa maggioranza ci ha pensato il capogruppo dei Comunisti italiani, Alessio DAmato che «pur non condividendo alcune scelte di Montaguti» (parole sue) ha criticato lassenza, durante laudizione dello stesso assessore Augusto Battaglia che «ci ha impedito di capire le linee politiche della giunta per avviare il risanamento finanziario dellUmberto I».
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