Il governo Orban ha messo a punto ieri un disegno di legge diretto a conferirgli poteri speciali per fronteggiare l’epidemia di coronavirus in Ungheria. Tale progetto normativo punta a rafforzare le già eccezionali misure anti-contagio introdotte lo scorso 11 marzo, quando il premier conservatore dichiarò lo stato di emergenza nazionale. Attualmente, i soggetti contagiati da Covid-19 nello Stato esteuropeo sono poco più di 167, mentre sarebbero state accertate finora 7 persone decedute per colpa del morbo incriminato.
Con la riforma presentata lunedì in parlamento, il primo ministro magiaro, spiega Abc News, mira a prorogare a tempo indeterminato lo stato di emergenza e a determinare un rafforzamento dei poteri dell’esecutivo.
In particolare, la riforma promossa da Orban, se verrà approvata dai deputati di Budapest, attribuirà al governo la facoltà di emanare decreti con forza di legge, che non avranno bisogno dell’approvazione parlamentare.
La bozza di provvedimento messa a punto dal leader di Fidesz prevede inoltre, denunciano le opposizioni, un inasprimento penale ai danni della libera informazione. Se entrerà in vigore la nuova stretta, spiega l’emittente, scatteranno appunto pene fino a cinque anni di carcere ai danni di chiunque diffonderà “notizie false” sull’epidemia di coronavirus in corso in Ungheria.
Sempre per effetto delle norme restrittive ideate dal premier, rischieranno fino a otto anni di galera coloro che “intralceranno” gli sforzi messi in campo dalle autorità per combattere il dilagare dei contagi.
I partiti di opposizione hanno reagito alla presentazione in parlamento, da parte del governo, del disegno di legge sulla proroga dello stato di emergenza annunciando battaglia. L’ostruzionismo della minoranza, che accusa la riforma predisposta da Orban di essere antidemocratica e pericolosa per la libertà di stampa nel Paese, ha finora determinato, evidenzia il network Usa, il rinvio alla prossima settimana del dibattito parlamentare sul provvedimento caro al premier.
Quest’ultimo, citato da Abc News, ha reagito ieri alla valanga di critiche da parte dei suoi oppositori esortando tutte le forze politiche a mettere da parte i proprio pregiudizi ideologici in nome della tutela della salute pubblica.
Egli ha quindi giustificato l’ampliamento dei poteri governativi invocando la necessità di munire le istituzioni nazionali di ogni strumento necessario a difendere la popolazione dalla pandemia.
Constatate le sempre più forti accuse di autoritarismo avanzate contro di lui dalla minoranza parlamentare, Orban, forte della maggioranza di due terzi dei deputati di cui gode attualmente, ha di conseguenza dichiarato che andrà avanti da solo nel contrastare l’avanzata del Covid-19 nel Paese:. A tale proposito, il leader di Fidesz ha pronunciato le seguenti parole di sfida ai partiti di opposizione, riportate dal medesimo organo di informazione: “Il governo vi ringrazierà se voi lo sosterrete e sarà felice se gli darete consigli e incoraggiamenti. Tuttavia, siamo pronti a risolvere questa crisi anche senza il vostro aiuto”.
Tra i banchi del parlamento di Budapest, una delle voci più critiche levatesi ieri contro il disegno di legge d’emergenza presentato dal primo ministro è stata quella della deputata di sinistra Timea Szabo, citata sempre da Abc News: “L’esecutivo chiede nulla osta e deroghe senza limiti temporali, ossia qualcosa che non si è mai vista in nessuna parte d’Europa. Il premier vuole che venga approvata una legge che gli dà in pratica la facoltà di governare senza alcun controllo rilevante e che gli dà mano libera per regolare i conti con quello che resta della stampa indipendente”.
Contro la bozza di provvedimento restrittivo si è schierato recentemente, precisa il network Usa, anche il Consiglio d’Europa, rimarcando che anche in una situazione di emergenza sanitaria vanno salvaguardate le garanzie costituzionali, le prerogative parlamentari, l’autonomia della magistratura e il diritto dei cittadini a un’informazione imparziale.
Nonostante le contestazioni provenienti da più
fronti, il leader di Fidesz tira dritto, evocando il rischio che gli ospedali ungheresi, in assenza di nuove e più dure restrizioni anti-contagio, giungano al limite del collasso “come in Italia”.
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