Unico, si cambia. Da questanno, la dichiarazione dei redditi può entrare ufficialmente nellarchivio elettronico. Che però non ammette errori, soprattutto per quanto riguarda la firma digitale e lapposizione della marca temporale. Gli intermediari (professionisti, consulenti, imprese e centri dassistenza) dovranno infatti applicare i criteri fissati con il decreto del 2004: dovranno cioè, a differenza di quanto avveniva in passato, sottoscrivere elettronicamente limmagine della dichiarazione - utilizzando un kit di firma digitale - e apporre su di essa la marca temporale, per poter conservare la copia elettronica utilizzabile anche nei controlli del Fisco. Lintermediario dovrà inoltre consegnare al contribuente, in formato cartaceo, la dichiarazione che intende trasmettere al Fisco. Sarà questa la copia, firmata dal dichiarante e dallintermediario, che il contribuente dovrà conservare fino al termine dellaccertamento.
Una procedura complessa, come si vede, che rischia, secondo i professionisti, di vanificare gli indubbi vantaggi dellarchivio ottico: lutilizzo cioè di una procedura unica per archiviare e catalogare i documenti, la riduzione degli spazi occupati dagli archivi e la maggiore tempestività nelle risposte alle richieste dellamministrazione fiscale. «Si è ancora lontani - afferma Paolo Moretti, responsabile della fiscalità per il Consiglio nazionale dei ragionieri commercialisti - da un utilizzo concreto dellarchiviazione e conservazione delle dichiarazioni in formato elettronico. Almeno secondo gli standard richiesti dal decreto del 2004». Unopinione condivisa anche dal responsabile fiscale dei dottori commercialisti, Mario Damiani: «Si tratta di un meccanismo che non tiene in alcun conto lorganizzazione e i costi che studi professionali, intermediari e imprese dovranno sostenere per migliorarsi e progredire».
Il rischio è che si continui a utilizzare la vecchia carta, per evitare le complicazioni legate alla conservazione dei modelli su supporto elettronico. Per evitarlo, i professionisti chiedono che il governo e lamministrazione finanziaria si confrontino con le categorie interessate, «vedendo la possibilità - spiega ancora Moretti - di trasformare lattuale procedura in una semplificazione degli adempimenti».
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