Unicredit, Carimonte fa un passo indietro: cederà lo 0,5%

Carimonte Holding, società partecipata da Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (60%) e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna (40%), si avvia a ridurre la partecipazione in Unicredit dello 0,5%, scendendo al 2,65% del capitale, attraverso la cessione di 100 milioni di azioni di Piazza Cordusio. La mossa, dice il presidente di Carimonte, Gianluigi Serafini, non cambia la «strategicita» della presenza delle due Fondazioni nella banca guidata da Alessandro Profumo: «Questa piccola operazione di diversificazione, da tempo delineata anche al fine di un’ottimizzazione finanziaria, non può modificare i rapporti tra Carimonte e Unicredit». Carimonte, aggiunge, manterrà il «ruolo nella governance» di Unicredit «di cui resterà il quinto azionista». La delibera assunta nel cda di lunedì - che secondo fonti vicine alla società non è una vendita ma un «orientamento a vendere» con tempi e modi da definire - ha però creato tensioni a Modena. Per la Gazzetta di Modena, infatti, la proposta di alleggerire la quota in Unicredit sarebbe partita dal presidente di Carimodena, Andrea Landi, senza essere condivisa all’interno di Carimonte dall’ad Dino Piacentini, espresso proprio da Modena (dove è presidente di Confapi). In aperta polemica con le direttive di Landi, Piacentini non avrebbe preso parte alla votazione sulla cessione.
Ieri intanto si è riunito il consiglio di indirizzo di Carimodena, nel corso del quale erano attesi chiarimenti da parte di Landi. L’organo, si legge in una nota calibrata con il bilancino, «all’unanimità conferma l’orientamento a realizzare una gestione del patrimonio che persegua il duplice obiettivo di mantenere una qualificata presenza anche attraverso Carimonte nel capitale di Unicredit e di garantire, mediante una opportuna diversificazione degli investimenti, un adeguato e stabile volume di erogazioni a favore del territorio». La Fondazione assicura da un lato che l’impegno a sostegno della banca «non verrà meno» ma aggiunge anche che l’obiettivo di «parziale diversificazione» è stato perseguito «con successo anche in passato».

Con Piacentini irreperibile per tutta la giornata, a commentare le indiscrezioni sulla vendita è stata la sua vice a Confapi Modena, Daniela Ascari: «È una notizia che allarma in quanto porterebbe Modena a essere meno rilevante all’interno delle strategie di questa grande banca, sfavorendo l’imprenditoria locale».

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