Unicredit e il gioco del tiro al piccione

da Milano

Mancava solo la voce circolata ieri, per rovinare ad Alessandro Profumo, ad di Unicredit, se non il week end almeno la sua vigilia. Secondo le voci di mercato, le perdite finora non emerse della banca italiana sarebbero di 5 miliardi, dovute a svalutazioni legate ai mutui subprime. E giù a vendere: il titolo, già bastonato assai negli ultimi mesi, ha chiuso la giornata in calo del 2,2% a 4,88 euro.
Alla banca non è restato altro che smentire e ripetere quanto già detto: un portavoce ha ribadito che l’esposizione del gruppo sul comparto nell’ultimo trimestre 2007 è di circa 170 milioni contro 246 milioni nel terzo trimestre. «Certamente escludiamo perdite per 5 miliardi» ha sottolineato il portavoce. In realtà l’irritazione, nelle stanze milanesi di Piazza Cordusio, era alta perché le voci sui subprime sono interpretate un po’ come un tiro al piccione. Una manovra della speculazione che gioca sul fatto che i conti 2007 ancora non sono stati dati: arriveranno il 13 marzo, da Londra. E fino ad allora nulla si saprà sul primo bilancio dopo la fusione con Capitalia.
Certo, a guardare i pochi report recenti su Unicredit, la musica sembra ben diversa: nessuno si aspetta mega svalutazioni.

Il reddito operativo è atteso intorno ai 12 miliardi, mentre le stime sugli accantonamenti totali (che comprendono una pulizia preventiva su ogni rischio-Capitalia) arrivano al massimo a 3,6 miliardi (comunque erano 3 nel 2006). Il che non impedisce di prevedere un utile pretasse tra i 10,5 e i gli 11,9 miliardi. Forse Profumo non vede l’ora di poterlo dire.

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