Unicredit, Ghizzoni rassicura le Fondazioni

L’ennesimo tonfo in Borsa, causato dalle vicissitudini interne alla Bce, per Unicredit ha avuto anche un risvolto non del tutto negativo. Ieri a Piazza Cordusio era in programma un incontro informale tra il presidente Dieter Rampl, l’ad Federico Ghizzoni e i vertici delle Fondazioni titolari del 15% del capitale. I soci storici erano giunti a Milano pronti al redde rationem sul prossimo aumento di capitale e sul rinnovo del management alla prossima assemblea. Le pessime notizie provenienti da Piazza Affari e da Francoforte hanno indotto tutti i partecipanti a più miti consigli.
Eppure lo schieramento di forze per le Fondazioni era imponente. I numeri uno di Verona, Paolo Biasi, e di Torino, Andrea Comba, erano accompagnati dagli omologhi di Cassamarca (Dino De Poli), Manodori (Gianni Borghi) e Trieste (Massimo Paniccia). Nella sede di Unicredit erano anche presenti il vicepresidente Fabrizio Palenzona e il segretario generale della Fondazione Crt Angelo Miglietta. Il vertice, durato circa due ore, ha avuto una piccola appendice di circa mezz’ora con una «ristretta» alla quale hanno partecipato solo Rampl, Ghizzoni, Biasi e Comba. Il «nocciolo duro» dell’azionariato è rimasto scottato dai recenti ribassi del titolo che negli ultimi dodici mesi ha lasciato per strada il 61% scendendo da quota 2 euro ai 0,77 di ieri dopo un nuovo ribasso dell’8,2 per cento. Per l’ente torinese (3,7% del capitale) e quello veronese (4,9%) le minusvalenze sui valori di libro superano rispettivamente i 500 milioni e i 2,5 miliardi di euro.
L’eventuale nuovo aumento di capitale è una prospettiva che non esalta i presidenti delle Fondazioni, ma l’ad Federico Ghizzoni ha cercato di rassicurare l’uditorio. La banca è molto solida con un core tier 1 che a giugno era pari al 9,12% e un rapporto cost/income attorno al 58 per cento. Non ci sono problemi di funding e le recenti emissioni dell’istituto sono state accolte molto bene dal mercato. Il top manager ha anche anticipato qualche dettaglio del nuovo piano strategico (attualmente in fase di elaborazione ed atteso entro l’anno) sottolineando che sarà posta ulteriore attenzione sul versante dei costi con ulteriori razionalizzazioni. Sulla ricapitalizzazione, che i rumor indicano dovrebbe attestarsi tra i 6 e gli 8 miliardi, Ghizzoni ha glissato ricordando che si è in attesa delle nuove regole comunitarie sulle istituzioni finanziarie di sistema da parte dell’Ue e, in ogni caso, si verificheranno le condizioni del mercato. Nessuna decisione poteva essere presa ieri, il crollo dei mercati ha fatto il resto.
Una situazione ben sintetizzata dal presidente della Fondazione Banco di Sicilia, Giovanni Puglisi, ieri assente causa visita del capo dello Stato a Palermo, ma ben informato sugli esiti. «Tutti abbiamo forti perplessità sull’aumento e la situazione dei mercati suggerirebbe di aspettare», ha chiosato. Un cambio dei vertici? «Non si sostituisce un pilota quando l’aereo sta precipitando».


Intanto, buone notizie giungono dalle aule di giustizia. La Corte d’Appello di Milano ha respinto il ricorso dell’azienda pugliese, Logitalia, che pretendeva un risarcimento da un milione di euro per una serie di contratti swap stipulati con Unicredit.

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