Il 2012 inizia con una «sorpresa» a Piazza Cordusio. Blackrock, la prima società di gestione di risparmio al mondo, ha comunicato alla Consob di aver ridotto la propria partecipazione in Unicredit dal 4,02% all1,71 per cento. La data dellinformativa è il 27 dicembre. Lecito supporre che le vendite siano state effettuate in meno di due settimane visto che allassemblea straordinaria per la ricapitalizzazione da 7,5 miliardi del 15 dicembre scorso i fondi Usa si erano presentati con la quota invariata.
Il titolo ieri non ne ha sofferto, anzi le azioni Unicredit hanno concluso la seduta con rialzo dell1,09% a 6,49 euro. Si tratta, tuttavia, di una mossa dal forte valore simbolico perché avviene nellimminenza di un aumento di capitale di elevata entità che ha fatto discutere tutta la comunità finanziaria, in primis le Fondazioni azioniste dellistituto milanese. Anche se alla fine le maxisvalutazioni degli avviamenti decise dallad Federico Ghizzoni e la promessa di futuri dividendi (anche sotto forma di azioni) hanno tranquillizzato un po tutti.
Allo stesso modo, occorre ricordare che Blackrock aveva mantenuto la sua partecipazione pressoché invariata negli ultimi due anni. A fine 2009, dopo aver inglobato i fondi di Barclays che avevano oltre il 2% di Piazza Cordusio, era salito al 3,8%, aumentato al 4,02% nel maggio 2010. Una quota rimasta immutata anche dopo le dimissioni dellex ad Alessandro Profumo, a testimonianza della fiducia nel gruppo milanese. Fiducia che - più o meno - Blackrock ha mostrato di nutrire nei confronti dellItalia (lo spread Btp-Bund è stato definito poco veritiero), mentre larea euro viene analizzata nei vari outlook con un po di sospetto (Unicredit ha il 60% di ricavi in Italia, Germania e Austria, e la parte restante in Est Europa). Certo, proprio quei 7,5 miliardi dellaumento, che dovrebbe partire lunedì prossimo, potrebbero aver «accelerato» un disinvestimento considerato che alcuni primari operatori nelle scorse settimane hanno notato la tendenza a uscire dal comparto finanziario italiano. Il fondo Usa tuttavia mantiene, tra gli altri, il 2,8% di Intesa, il 2% di Mediobanca, il 2,8% di Generali, il 2,7% di Enel, il 2,68% di Eni, il 3,1% di Fiat, il 2% di Mediaset e il 2,8% di Saipem.
Ovviamente dalla filiale milanese Blackrock cè la consegna del silenzio. È probabile, tuttavia, che la decisione sia stata presa a Londra. Non è tuttavia da scartare a priori lipotesi di un «arbitraggio» sui generis, ovvero la chiusura parziale della posizione su Unicredit per dare il via alle ricoperture dopo laumento quando si potranno acquistare i titoli a sconto (è previsto almeno il 30-35% sul Terp).
La palla passa a Mediobanca e a Bank of America-Merrill Lynch, capofila del consorzio di collocamento.
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