Unicredit Torino e Modena investono «in proprio»

Unicredit ritocca la propria struttura industriale (fondendo le divisioni mercati e investment banking) nello stesso giorno in cui il cda si è espresso unanime per la conferma del presidente Dieter Rampl e dell’ad Alessandro Profumo. Favorevole anche Gianfranco Gutty, portatore degli interessi di Cariverona che venerdì scorso aveva negato con un blitz i 400 milioni necessari a completare il prestito da 3 miliardi «cashes» pianificato da Profumo.
«Troppo presto», invece, per stilare la lista del cda, ha puntualizzato il presidente della fondazione Crt, Andrea Comba, mentre il segretario generale Angelo Miglietta, tendeva la mano a Verona: «Cerchiamo di comprendere con spirito cooperativo e collaborativo». A colmare il buco lasciato da Paolo Biasi sono le stesse fondazioni Crt e Carimonte oltre alla banca centrale libica. Contrariamente ad alcune ricostruzioni, Torino e Modena verseranno il dovuto con mezzi propri senza ricorrere al debito, così come hanno rimandato a un secondo tempo l’eventuale creazione di una società veicolo ad hoc: al momento i due enti sottoscriveranno ciascuno direttamente i 66,75 milioni di «cashes» previsti. Nel 2008 Crt ha registrato un risultato di gestione di 255,5 milioni e ha annunciato per quest’anno erogazioni in aumento a 140,2 milioni. Quanto al riassetto Unicredit, il passaggio prevede l’accorpamento della divisione Mib con quella Corporate sotto la guida di Sergio Ermotti. La mossa non comporta alcun impatto occupazionale oltre ai tagli già annunciati.

Con la nuova organizzazione le attività di investment banking saranno effettuate esclusivamente con società collegate ai clienti di Unicredit mentre sarà gradualmente chiuso il proprietary trading (la compravendita di titoli fatta per conto proprio dalla banca).

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