Unicredit, vince Profumo. Ma Verona dice no

Il «country chairman» di Unicredit ha finalmente un nome: Gabriele Piccini, che assumerà l’incarico dal primo novembre. Del resto, il capo della divisione «retail» italiana della banca era dato in pole position rispetto agli altri due «papabili», Piergiorgio Peluso, responsabile del «corporate», e Federico Ghizzoni, referente per l’Europa Centro Orientale. A nominarlo è stato il cda di Unicredit di ieri che, come da attese, ha dato contestualmente il via a «Insieme per i clienti», ossia quel progetto di Banca Unica che aveva subito una battuta d’arresto a metà marzo perché le Fondazioni socie avevano chiesto a gran voce la nomina di un country manager che potesse fare meglio da ponte con il territorio. L’impianto non ha ottenuto però il voto del vicepresidente vicario, Luigi Castelletti, che si è astenuto in sede di comitato nomine e ha disertato il cda straordinario del pomeriggio. Cariverona, che Castelletti rappresenta, da quel che si apprende da fonti finanziarie, non avrebbe gradito le limitate deleghe operative del country manager che, contrariamente alle aspettative, non riguardano l’erogazione dei crediti, che resta strutturata così com’è ora, tramite un apparato di matrici.
Il country chairman, infatti, figura già esistente in Austria, Germania e Polonia, riporterà al vicepresidente Roberto Nicastro e, come spiega una nota di Unicredit, «avrà un ruolo di sintesi per le attività sul mercato domestico e di pivot nello sviluppo della strategia territoriale del gruppo, con corresponsabilità per il conto economico del Paese con i business manager locali». Insomma, Cariverona, dopo il rifiuto di sottoscrivere i «cashes» del 2009, prende in qualche modo le distanze dalla decisione ed, essendo primo azionista italiano di Piazza Cordusio con il 4,98%, c’è da aspettarsi che la mossa non sarà priva di conseguenze. La sensazione, in ogni caso, è che la linea prevalsa sia quella imposta da Profumo, che si era dimostrato fin da subito poco propenso alla nomina di un country manager con deleghe forti. Chi invece già in mattinata, probabilmente prima ancora di conoscere nei dettagli le deleghe del manager, aveva espresso apprezzamento per la possibile nomina di Piccini è il neo-presidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia, che affermava a Reuters: «Se la notizia corrisponde al vero, mi complimento con Profumo per la scelta di un uomo del Nord, che penso sia preparatissimo».


Il progetto «Insieme per i clienti», oltre all’introduzione del country chairman, prevede la fusione, che sarà deliberata dal cda del 3 agosto, di sette banche controllate, (Unicredit Banca, Unicredit Banca di Roma, Banco di Sicilia, Unicredit Corporate Banking, Unicredit Private Banking, Unicredit Family Financing Bank, Unicredit Bancassurance Management & Administration), rispetto alle cinque inizialmente previste, nella capogruppo Unicredit spa. L’obiettivo è semplificare l’organizzazione e tagliare i costi. «Con il nuovo assetto, Unicredit sarà più vicina ai territori», ha sottolineato Profumo, aggiungendo che «la banca è pronta a tutte le sfide».

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