Unione Inquilini: «Nella capitale crescono gli sfratti per morosità»

È la morosità la causa principale dei provvedimenti di sfratto, superando, ormai da anni, quelli per fine locazione. A Roma, dove nel 2005 gli sfratti eseguiti sono stati 5.657 contro i 5.607 dell’anno precedente, i provvedimenti giudiziari per morosità sono 3.345 mentre nel 2004 furono 3.279. Nel Lazio, invece, sono in leggero calo gli sfratti per chi non paga il canone: 3.994 nel 2005, erano 4.283 nel 2004. I dati sono stati diffusi ieri dall'Unione inquilini. «La sola spiegazione è che i canoni d’affitto sono troppo alti - ha detto Guido Lanciano, rappresentante del sindacato - in molti casi, i contratti non giungono al termine naturale perché non si riesce a sostenere la spesa per l’affitto». È in aumento anche il numero di sfratti eseguiti: su 25 visite dell’ufficiale giudiziario a Roma, almeno 12 vengono eseguite. «Questo perché - dice l’Unione inquilini - causa morosità, le procedure sono accelerate. Negli anni scorsi erano necessari almeno 9 accessi dell’ufficiale giudiziario, oggi, dopo 2 accessi, lo sfratto viene eseguito». Le cifre, sottolinea, l’Unione inquilini, raccontano un impoverimento diffuso delle famiglie romane. Diminuiscono invece le richieste di sfratto, passate dagli 11mila del 2004 ai 10mila dell’anno successivo.

«In attesa dell’approvazione del provvedimento presentato dal ministro Ferrero sul problema casa - ha detto Lanciano - chiediamo l’abolizione della norma che nell’edilizia privata ha introdotto il libero mercato e la requisizioni di alloggi sfitti, appartenenti a grosse proprietà immobiliari, da mettere a disposizione dell’edilizia residenziale pubblica».

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