Unioni civili, Ruini: scelta distruttiva

Un editoriale apparso sul sito del settimanale diocesano www.romasette

Dal Vicariato nuova sferzata alla politica della Capitale. E questa volta scende in campo il cardinale Camillo Ruini. Un intervento che segue a brevissima distanza altri due precedenti, marcando un atteggiamento di interventismo critico rispetto ad alcune recenti scelte delle amministrazioni locali. Questa volta, dopo l’appello delle settimane scorse nei confronti della Regione, tocca al X Municipio che il 22 dicembre ha approvato una deliberazione per l’istituzione di un «registro delle unioni civili» presso gli uffici del municipio stesso.
L’editoriale, apparso sul sito del settimanale diocesano (www.romasette.it), è firmato con tre asterischi. Il che, secondo una prassi consolidata, rappresenta in realtà la firma della segreteria particolare del cardinale vicario, Camillo Ruini.
Nell’editoriale si legge che il X municipio «intende legittimare qualcosa di simile a un matrimonio, o almeno a un “piccolo matrimonio”, attuando una pervicace volontà e scelta ideologica, socialmente distruttiva oltre che inammissibile sul piano giuridico e ancor più su quello morale».
Le premesse su cui si basa l’iniziativa del X Municipio vengono definite «discutibili» ed «erronee» considerato che per lo stesso Municipio «non sussiste alcuna relazione o connessione tra il registro e la banca dati contenente i dati anagrafici e di stato civile».
Pochi giorni fa, il 17 dicembre, il direttore del settimanale diocesano, Angelo Zema, aveva criticato la scelta della Regione di riconoscere le coppie di fatto, bollando la legge come «priva di logica» e portatrice di un «gravissimo danno sociale».
Il 19 dicembre, il responsabile degli Affari Giuridici del Vicariato, monsignor Piero Celli, aveva inoltre contestato con una dura lettera, pubblicata sempre sul settimanale diocesano, le cifre rese note dall’assessore capitolino al Bilancio, Marco Causi, in merito all’esenzione dell’Ici per le proprietà ecclesiastiche a danno delle casse comunali. Secondo il Vicariato infatti, l’assessore avrebbe parlato impropriamente di «immobili religiosi», quantificando una perdita per un presunto mancato gettito imponibile ammontante a 16 milioni di euro.
«Un’enormità - spiegava monsignor Celli - una cifra non attendibile, che rischia di generare disorientamento e confusione nella pubblica opinione, senza essere avvalorata da dati giuridici».
Sempre sulle unioni civili, critiche sono state espresse da Azione Giovani che in una nota firmata dal presidente romano Federico Iadicicco esprime «sdegno per un’inspiegabile crociata laicista delle amministrazioni locali contro i valori tradizionali della società italiana. Una crociata moralmente ignobile e politicamente vergognosa». «Pensando alla tradizione socialista italiana - continua Iadicicco - fa tristezza vedere come unico collante dell’attuale centrosinistra la politica dello zapaterismo e la cultura del relativismo che ne è alla fonte. Chiediamo al sindaco Veltroni di porre fine a questa spregevole campagna del X municipio, richiamando all’ordine, in primis, i suoi fedeli alleati della sinistra radicale».
Il vicepresidente del Consiglio Comunale di Roma Fabio Schiuma (Alleanza nazionale) dichiara di «concordare pienamente con quanto affermato dal Vicariato in merito alla scellerata iniziativa promossa dal X Municipio. Questo dimostra come il Comune e i Municipi governati dal centrosinistra siano lontani da quei valori cattolici dietro i quali spesso si nascondono».
«Regione e Comune - conclude lo stesso Schiuma - stanno rivelando la loro vera politica, ovvero contro la famiglia tradizionale, caratterizzata dai valori cattolici e a favore invece delle coppie dello stesso sesso».
Infine, per il consigliere comunale e coordinatore della maggioranza in Campidoglio Silvio Di Francia «occorre cercare delle forme di tutela giuridica, fatte anche di comprensione umana, per le convivenze.

Credo però che questa tutela non debba essere configurata come un matrimonio o come un suo surrogato. Tutto questo corrisponde a una esigenza sociale che nasce in buona sostanza dalla realtà nella quale ci troviamo a vivere».

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