Economia

Unipol querela Consorte e cerca una preda

Pop. Milano-Bper? «È fair play non intervenire nelle operazioni in corso»

da Milano

A quasi due anni dal divorzio, le carte bollate: Unipol querela Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, l’ex tandem di vertice, che nel 2005 aveva guidato l’offensiva del mondo delle cooperative per strappare Bnl agli spagnoli del Bbva.
La dichiarazione di guerra, conseguente al dossier aperto dalla Procura di Roma su alcune operazioni immobiliari che avrebbero procurato plusvalenze milionarie ai due manager, è stata firmata ieri dal consiglio di Unipol insieme con i risultati del 2006: più 28% a 362 milioni l’utile netto a fronte di un dividendo di 0,12 euro per azione (0,1252 euro per le privilegiate). Decisa anche una riorganizzazione della galassia al termine della quale Unipol diventerà una holding incorporando Aurora (il concambio è 0,51 azioni ordinarie e 0,314 privilegiate per ogni titolo della controllata) previo lo scorporo di alcuni rami d’azienda.
Archiviata l’Opa su Aurora, Unipol continuerà, tuttavia, a sondare il mercato alla ricerca di acquisizioni, ha detto l’amministratore delegato Carlo Salvatori confermando il focus sull’Italia pur senza escludere la possibilità di un’espansione all’estero. Gennaio e febbraio sono «andati molto bene» ha proseguito il banchiere specificando che se entro fine anno non saranno individuati obiettivi interessanti Unipol «restituirà» gli 1,7 miliardi di capitale in eccesso. Chiamato in Via Stalingrado con il mandato di chiudere una grande alleanza nel credito, Salvatori vede trascinarsi da mesi le trattative con il mondo delle Bcc. E ieri è ricorso alla diplomazia davanti alle prospettate nozze Bpm-Bper: «È fair play, prassi e dovere non intervenire in operazioni che sono sul mercato», ha detto il banchiere sottolineando come Unipol abbia con le popolari «una quasi identità di compagine azionaria. Potremmo sviluppare ottimi progetti, integrazioni piuttosto che collaborazioni». Parole in cui sembra risuonare l’eco delle indiscrezioni secondo cui Bologna nei mesi scorsi avrebbe accarezzato un avvicinamento a Piazza Meda. Nessun coinvolgimento diretto, invece, nel riassetto Telecom ma nel frattempo ha provveduto a svalutare per 82 milioni la propria partecipazione in Hopa (cui fa capo il 3,7% del gruppo telefonico) a 0,955 euro per azione. «Siamo soci in un patto di sindacato e non riusciamo a capire perché dovremmo accettare condizioni diverse», ha poi aggiunto Salvatori confermando la contrarietà del gruppo alla fusione con Mittel visto il premio di maggioranza riconosciuto ai fedeli di Chicco Gnutti riuniti in Fingruppo.
Tornando, infine, alla querela, Unipol si è mossa dopo che il giudice aveva stabilito che le indagini sarebbero proseguite solo a fronte di un atto della parte danneggiata.

L’attacco è stato tuttavia accolto con «sorpresa» e «indignazione» da Consorte che a sua volta ha schierato i propri legali ricordando come ogni decisione sia passata dal tavolo del consiglio di amministrazione.

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