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In Unipol si scommette sulle tutele del contratto

Unipol è tranquilla davanti alla proposta concorrente per il salvataggio del gruppo ora controllato dai Ligresti. Il punto chiave del piano annunciato da Sator e Palladio è nei termini del contratto siglato dai Ligresti con la compagnia bolognese. Unipol avrebbe «ampi margini di tutela», nel senso che un’eventuale rescissione unilaterale del contratto comporterebbe, per la parte inadempiente, salate sanzioni. E non a caso «Unicredit continua ad appoggiare il progetto unipol su fondiaria-sai», ha detto ieri l’ad Federico Ghizzoni. Il numero uno di Mediobanca Alberto Nagel aveva ribadito il sostegno per il piano della compagnia bolognese nel nome della sua «solidità e durevolezza». Da Bologna nessuna dichiarazione ufficiale, ma da Unipol trapela tranquillità e si continua a lavorare sul progetto che ha come prossimo appuntamento pubblico l’assemblea del 19 marzo per il via libera all’aumento di capitale da 1,1 miliardi, una delle chiavi di volta del piano di integrazione con Fonsai e Premafin. L’iniezione di mezzi freschi dovrà essere necessariamente di 1,1 miliardi come per Fonsai, se si vuole riportare l’indice di solvibilità dall’attuale 75% al livello della legalità, ovvero il 100%. Quindi appare poco praticabile - si rileva - una ricapitalizzazione di entità inferiore, come emerge dal piano sator-palladio.

E Unipol fa leva anche su qualche perplessità sollevata dagli analisti. Intermonte scrive in un report che restano «molti punti da chiarire come l’entità e chi sottoscriverà l’aumento di capitale di Fonsai e il coinvolgimento delle banche creditrici».

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