Strasburgo - D'Alema avrà l'immunità. Il Parlamento europeo ha deciso di non revocare
l’immunità parlamentare a Massimo D’Alema e di non autorizzare l’uso delle
intercettazioni telefoniche nell’ambito del processo Unipol, così come
richiesto dalla procura di Milano. L’aula di Strasburgo ha approvato con 543 sì, 43
no e 90 astenuti la relazione del popolare tedesco Klaus Heiner Lehne,
confermando la decisione della commissione giuridica dell’Europarlamento.
Strasburgo non revoca l'immunità Nella relazione si argomenta che il procedimento giudiziario nei confronti
dei "terzi intercettati" è comunque "già in fase avanzata", e quindi la
richiesta della procura di Milano è "senza oggetto".
Nel luglio 2007 il giudice per le indagini preliminari Clementina Forleo ha
chiesto alla Camera l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni indirette
che riguardavano D’Alema nell’ambito del procedimento sulla tentata
scalata alla Bnl del 2005.
Dopo che la Camera si è dichiarata non competente perchè al momento
delle intercettazioni D’Alema era europarlamentare, la procura di Milano ha
chiesto l’autorizzazione all’Europarlamento.
Secondo il relatore, in base all’ordinanza del Gip le fonti di prova utilizzate
sono già "sufficienti a suffragare l’ipotesi accusatoria" nei confronti dei
terzi intercettati che "sono già stati rinviati a giudizio e il loro procedimento
giudiziario è già in fase avanzata".
Rinvio a giudizio per 45 indagati Sia D’Alema che Fassino avevano presentato un memoriale alla Giunta
per le autorizzazioni in cui definivano "abnorme" l’atto con cui la Forleo
aveva presentato la sua richiesta alla Camera, perché conteneva
affermazioni sulla presunta complicità dei due leader diessini con gli
indagati nella fallita scalata.
Il 3 giugno scorso, la procura milanese ha chiesto il rinvio a giudizio per
45 indagati, tra persone fisiche e società, nell’ambito dell’inchiesta con le
ipotesi di reato, a vario titolo, di aggiotaggio, insider trading e ostacolo
all’attività degli organi di vigilanza.
Fra di essi figurano, oltre a Consorte e all’ex vice presidente Unipol
Ivano Sacchetti, l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, l’ex
capo della vigilanza di Bankitalia Francesco Frasca, il finanziere bresciano
Emilio Gnutti, gli immobiliaristi Danilo Coppola e Stefano Ricucci, l’ex AD
dell’allora Banca Popolare Italiana Gianpiero Fiorani, Giovanni Berneschi,
presidente di Carige spa, l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone,
l’europarlamentare Vito Bonsignore, Gianni Zonin e Divo Ronchi, all’epoca
dei fatti manager di Banca Popolare Vicenza.
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