Università occupate a Roma, Torino e Napoli

Mentre a Torino gli studenti hanno occupato Palazzo Nuovo, alla Sapienza di Roma è stato chiuso con catenaccio e lucchetti il dipartimento di fisica. A Milano "blitz" fallito a Scienze politiche. Ieri gli scontri con la polizia a Milano (guarda le immagini)

Università occupate a Roma, Torino e Napoli

Milano - Continuano le mobilitazioni degli studenti universitari. Oggi numerose assemblee, cortei e sit-in hanno creato agitazione negli ambienti accademici, dove la rivolta non è più solo studentesca ma anche di docenti, ricercatori, dottorandi, tutti insieme per opporsi al decreto Gelmini. Mentre a Torino gli studenti hanno occupato Palazzo Nuovo, alla Sapienza è stato chiuso con catenaccio e lucchetti il dipartimento di fisica. A Milano, invece, il primo blitz "blocca lezioni" si è rivelato un flop.

Milano, flop a Scienze politiche Nelle assemblee degli studenti universitari milanesi la parola "occupazione" è stata pronunciata molte volte, ma la strategia scelta per rispondere alla "provocazione" del governo, deciso a usare la forza pubblica in caso di blocco degli atenei, sembra essere un’altra: azioni improvvisate fuori e dentro le università. Il prologo è andato in scena nel pomeriggio, a Scienze Politiche, ma il tentativo di "bloccare la didattica" è fallito dopo un quarto d’ora tra le proteste degli studenti che preferivano continuare la lezione di economia internazionale. Pochi minuti prima il gruppo di manifestanti, reduci da una "Lezione in piazza" di fronte al Duomo, aveva bloccato la Cerchia dei Navigli per una decina di minuti con un sit-in all’altezza di via Visconti di Modrone. Niente occupazioni vere e proprie quindi, come nel 2005, ma iniziative di protesta come il picchetto ai cancelli della facoltà.  

Torino, la presa di Palazzo Nuovo Da ieri sera Palazzo Nuovo, sede universitaria delle facoltà umanistiche torinesi, è stato occupato dagli studenti. L’iniziativa è stata decisa dall’Assemblea No-Gelmini come ulteriore forma di protesta contro i provvedimenti del Governo. "Questa decisione - spiegano gli universitari - si inserisce in un percorso di mobilitazione a livello nazionale e si pone come obiettivo quello di estendere il più possibile la partecipazione di tutto il mondo accademico". Nonostante l’occupazione le lezioni, al momento, proseguono regolarmente, mentre gli studenti chiedono la sospensione della didattica dal 28 al 30 ottobre "per favorire la massima partecipazione in occasione della paventata visita del ministro Gelmini a Torino(il 28 ottobre) e dello sciopero generale della scuola (30 ottobre)". Oggi pomeriggio, alle 14, è prevista un’Assemblea generale auto-convocata degli studenti nel cortile del Rettorato. Proseguono intanto le lezioni all’aperto "per dare visibilità alla protesta" ed è in programma, per il 23 ottobre, una tavola rotonda a Palazzo Nuovo "per coordinare la mobilitazione di tutte le realtà colpite dall’attacco all’istruzione pubblica". Infine, il prossimo 27 ottobre, i rappresentanti dell’Assemblea parteciparanno alla mobilitazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Torino.

Catenaccio e lucchetti alla Sapienza Il dipartimento di fisica dell’Università di Roma Sapienza è stato chiuso questa mattina con catenaccio e lucchetti dagli studenti in segno di protesta contro i tagli ai fondi per l’università. Non solo. Non è bastata, infatti, ai collettivi degli studenti la presa di posizione del senato accademico che, riunitosi ieri, aveva deliberato una giornata di mobilitazione dell’intero ateneo per venerdì: conclusa la riunione hanno deciso di occupare permanentemente le facoltà di Fisica e Scienze politiche e un’aula della facoltà di Chimica. La facoltà di Lettere ha scelto una "occupazione morbida".

Napoli, occupata l'Orientale Occupazione dell’Università Orientale di Napoli e corteo delle scuole medie superiori: è questo il bilancio della giornata di mobilitazione del mondo della scuola e degli atenei nella città partenopea. Secondo gli organizzatori, circa 2000 persone hanno preso parte oggi all’assemblea organizzata dai collettivi universitari, dal gruppo Stop Gelmini e dalle associazioni dei dottorandi di ricerca e dei ricercatori precari. Dopo l’assemblea, la storica sede di Palazzo Giusto è stata occupata e "trasformata in laboratorio permanente di discussione dei temi della riforma". 

Trento, rettorato occupato In una nota diffusa oggi il "Comitato No Gelmini" di Trento rivendica l’organizzazione e la gestione dell’occupazione di ieri del Rettorato dell’Università trentina, attuata da un centinaio di studenti. Secondo i rappresentanti del Comitato trentino, il Centro Sociale Bruno non rappresenta la voce dell’intero comitato, anzi - precisano nel comunicato - la stragrande maggioranza delle persone che ne fanno parte non ha alcun contatto con il centro sociale. Gli studenti precisano che l’occupazione è frutto non degli studenti di un centro sociale, ma un’attività di studenti universitari di varie idee ed estrazioni. 

Centomila studenti in piazza A Cagliari più di 150 studenti hanno partecipato all’Assemblea di Scienze Politiche. A L’Aquila altre due assemblee nelle Facoltà di Ingegneria ed Economia hanno visto la partecipazione di circa 700 studenti. Le assemblee hanno deciso di aderire alla mobilitazione del mondo accademico prevista per il 14 Novembre. A Palermo un corteo di circa 25mila studenti, oltre ai docenti, i ricercatori e i dottorandi, ha attraversato le strade della città a seguito delle 12 assemblee di Facoltà passando sotto la Prefettura in segno di dissenso. Gli studenti hanno anche loro deciso di aderire alla mobilitazione nazionale prevista per il 14 Novembre a Roma. A Firenze un corteo regionale di oltre 60mila persone organizzato dalle associazioni studentesche, tra cui l’Udu-Firenze, e dalle sigle sindacali dei lavoratori, ha sfilato per le vie della città per esprimere contrarietà alla 133. A Perugia oltre 500 studenti nella Assemblea di Ingegneria e Medicina, organizzata dall’Udu-Perugia, hanno espresso l’intenzione di partecipare alla manifestazione nazionale del 14 novembre.

Assemblee molto partecipate anche a Pavia e Parma, dopo le grandi mobilitazioni di ieri organizzate dal Coordinamento-Udu Pavia, dove gli studenti hanno anch’essi richiamato l’esigenza di una mobilitazione nazionale che ritengono debba essere quella del 14 Novembre.

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