Cultura e Spettacoli

Uomini contro donne? In tv funziona

MilanoNuovo bollettino dalla guerra fra i sessi. A raccontare l’inasprirsi della millenaria battaglia tra gli eserciti rosa e azzurro ci pensano i telefilm, americani ma non solo. Sul fronte venusiano, a reiterare l’offensiva scagliata dalle combattenti modaiole e dedite al sesso senza ripensamenti di Sex and the City, ecco le ciniche protagoniste della serie targata Bbc Amanti, la parrucchiera del telefilm egiziano Coiffeur Ashwaq, e le studentesse sfrenate di 90210 (tutte presentate in anteprima al Telefilm Festival di Milano, dal 7 al 10 maggio). Ma anche in campo avverso, sotto gli stendardi sbandierati dal misogino dottor gamba di legno Gregory House (Hugh Laurie) e dallo sciupafemmine chirurgo plastico di Nip/Tuck Christian Troy (Julian McMahon), si stanno radunando dei «macho» di ogni forma. Si va dagli eroi di guerra ai re capricciosi, fino a scrittori, attori e poliziotti rudi. Alcuni sono ormai popolari, come i protagonisti di Californication, The Tudors e Entourage. Altri sono appena nati, e cioè i personaggi di Kings e Southland. Da entrambe le schiere si alza un solo grido: sottomettere il nemico.
Ricapitolando. Che le avventure delle ragazze di Manhattan Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda finite l’anno scorso sul grande schermo con Sex and the city: The movie (di cui è in arrivo il sequel) abbiano fatto scuola è documentato da un rosario di titoli, alcuni dei quali trasmessi anche in Italia: Cashmere Mafia, Lipstick Jungle, Gossip Girl, Desperate Housewives, Army Wives, The L Word, The ex list... Ci sono brave ragazze votate alla griffa, casalinghe con la tendenza a mettersi nei guai, artiste, deejay e tenniste inneggianti all’amore saffico. Non mancano le donne in carriera, come la Liz Lemon di 30 Rock, serial che nel 2008 ha fatto incetta di Emmy Award (gli Oscar della Tv Usa). Liz è la versione in gonnella del papà di Microsoft Steve Jobs, a interpretarla c’è Tina Fey, l’imitatrice della politica repubblicana Sarah Palin. Invece, i rapporti tra la dottoressa Katie Rowden (Sarah Parish), la vedova Trudi Malloy (Sharon Small), l’avvocato Siobhan Dillon (Orla Brady) e l’impiegata Jessica Fraser (Shelley Conn), e cioè le quattro amiche di Amanti (è già in cantiere la seconda stagione), sono meno all’insegna della solidarietà e più inclini a bugie e tradimenti. Anche le adolescenti di 90210 appaiono disinibite in confronto alle studentesse dello storico Beverly Hills, alle quali si ispirano. D’altra parte, la serie egiziana Coiffeur Ashwaq offre uno sguardo realistico sulla condizione femminile nei Paesi arabi.
Se a smuovere le acque ci pensano le donne, perpetuando un meccanismo antico quanto l’Eden, gli uomini sono però capaci di recuperare in fretta. Anche nei telefilm. A proposito di libri sacri, è ispirata alla storia del Re Davide la saga di Kings. Il protagonista è appunto David (Christopher Eagan), un soldato dagli ideali saldi quanto i muscoli che arriva al potere dopo aver compiuto un gesto eroico; ma presto si ritrova a dover schivare i colpi bassi e le meschinità di gentiluomini e gentildonne che mirano a spodestarlo. Al vizioso Enrico VIII protagonista di The Tudor, allo scrittore di Californication, che sfoga le proprie frustrazioni cambiando una donna a sera, al gruppo di amici alla conquista di Hollywood del telefilm Entourage, si aggiungono ora anche gli sbirri con due espressioni, con la pistola e senza, protagonisti di Southland ambientata a Los Angeles.

Del resto, si sa, quando il gioco si fa duro nella guerra fra i sessi reale o in formato Tv, sono i duri a scendere in campo.

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