Uomo e donna, eterni rivali nel duello di istinto e ragione

Cronaca di un amore crudele in «L’assoluto naturale» di Parise

Una elegante danza di guerra, un duello a morte tra istinto e ragione, femminile e maschile. La cronaca di un amore qualunque con le sue fasi, dolce e ingannevole, crudele e necessario. Questo è L'assoluto naturale di Goffredo Parise, testo spietato e leggero, retto dall'ironia resa dalla sintonia totale della coppia (in arte e vita) che lo porta in scena al Crt Salone Dini di Milano. Fabrizio Parenti (che ne cura anche la regia) e Carla Chiarelli procedono nella loro battaglia scenica, con un ritmo perfetto che non conosce cedimenti. La scena iniziale è idilliaca. È il momento in cui nasce l'attrazione tra la donna e l'uomo, contaminata dai germi dell'incomprensione, delle differenze profonde di due nature che porteranno all'esclusività impossibile chiesta dall'amore di lei con un imperativo: «Rinuncia alla ragione! L'amore è non un sentimento, è un fatto reale».
La passione contro l'intelletto e una vena per niente sottile di misoginia nello schema di Parise, che scrisse Assoluto nel 1963, dopo la sua separazione. Un testo alto, magnifico nella sua essenzialità, divertente, lapidario, brutale. Senza sfumature, solo in nero e bianco. Il passato è trasfigurato alla luce del presente, il letto di legno luogo dell'amplesso diventa territorio estraneo, patibolo. L'accusa della femmina: «Menti vergognosamente sorretto dall'ambiguità intellettuale», è grido di battaglia.
L'uomo soccombe vinto dal desiderio primitivo della donna che crea il suo maschio immaginario, un robot fatto di scatole, un essere che non pensa, fa. «Solo la violenza animale potrà salvarci - dice lei con una preghiera disperata e inutile - amami in qualche modo reale. Perché ti amo io che sono tutta realtà, che sono così, felicemente, materia?». La distanza è celebrata e il sacrificio compiuto. La femmina di Parise è sacerdotessa dell'antico mistero dell'amore, il più grande dei misteri che dà la vita, la rende impossibile e se la riprende. Chiarelli e Parenti consegnano un lavoro di grande misura che cattura il pubblico, lo lascia riflettere ridendo.

A incarnare per la prima volta sulla scena Uomo e Donna, eterni sconosciuti de «L'assoluto naturale», furono Valeria Moriconi e Renzo Montagnani diretti da Franco Enriquez. Lo spettacolo sarà ad aprile al Teatro Due di Parma e a maggio al Delle Voci di Treviso.

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