Un uomo solo e spiato, diventa un film il dramma di Pio XII

Il produttore Sardi: «Vogliamo raccontare la verità storica; Pacelli non fu il Papa di Hitler»

Un uomo solo e spiato, diventa 
un film il dramma di Pio XII

di Angelo Sarto

Miami (Usa) «Vogliamo fare un film per raccontare innanzitutto il dramma di un uomo, Pio XII, chiamato a decisioni difficili, in un periodo terribile, quello della Seconda guerra mondiale. Un uomo che ha cercato di salvare più vite umane possibili...». L’annuncio ufficiale sarà dato nelle prossime ore: il produttore Silvio Sardi, fino a poche settimane fa fidanzato ufficiale di Simona Ventura, ha iniziato la lavorazione di un film su Eugenio Pacelli (www.popepiusxiimovie.com), il Pontefice che guidò la Chiesa dal febbraio 1939 all’ottobre 1958, il Papa controverso al centro di polemiche, accusato di essere rimasto in silenzio e di non essersi interessato della sorte degli ebrei vittime della terribile «soluzione finale» messa in atto dal regime nazista.
«Faremo un film – confida Sardi al Giornale – per raccontare come veramente sono andate le cose, sulla base delle testimonianze e dei documenti storici, non delle leggende: Pio XII è stato definito “Papa di Hitler” ma non era affatto filonazista. Ha aiutato migliaia di profughi e di rifugiati, ha fatto aprire le porte dei conventi romani per accogliere gli ebrei perseguitati». Un film controcorrente, dunque, con una produzione interamente americana, che è già stato finanziato per 30 milioni di dollari e si prevede possa costare tra i 50 e i 65 milioni di dollari. «All’origine di tutto c’è l’intuizione e il lavoro di un religioso, padre Abdon, che per cinquant’anni ha raccolto materiale documentario su Pio XII. Abbiamo collaborato anche con suor Margherita Marchione, autrice di vari studi su Pacelli». Tra i consulenti storici per la realizzazione del film c’è il vaticanista del Giornale, Andrea Tornielli, autore della biografia Pio XII. Un uomo sul trono di Pietro (Mondadori).
«Sarà un’opera di respiro internazionale, non una fiction o un documentario. Prevediamo l’inizio delle riprese a maggio 2010, speriamo di presentarlo a Cannes e di distribuirlo nelle sale per Pasqua 2011». Sardi non esclude la possibilità che parte del film sia girato a Cinecittà, «anche se per il momento non c’è stato ancora alcun approccio».
Nelle prossime settimane sarà scelto il regista. «Ovviamente non mi è possibile fare nomi, prima che l’interessato abbia accettato, ma puntiamo a qualcuno che garantisca un film di qualità». «Mi hanno colpito i toni della polemica su Pio XII – continua il produttore –. Anche se intendiamo realizzare un bel film, per il grande pubblico, e non un libro di storia, vogliamo che tutto ciò che apparirà sul grande schermo sia basato su testimonianze dirette e documenti. Papa Pacelli è stato un uomo solo che ha avvertito in modo acuto la tremenda responsabilità che aveva sulle spalle e ha dovuto compiere una scelta difficile e sofferta fra la denuncia pubblica e plateale dell’Olocausto e la possibilità di continuare ad aiutare le vittime della persecuzione e della guerra senza distinzione di religione, lingua o razza. Né il cinema né la televisione hanno mai esplorato il dramma della sua coscienza, in un momento in cui anche in Vaticano c’erano spie naziste e fasciste».
«Pio XII – continua Silvio Sardi – è stato un uomo del suo tempo, che ha conosciuto il nazismo dal suo nascere, in Germania, a Monaco di Baviera, quando era nunzio apostolico, e che ha immediatamente denunciato ai suoi superiori romani la pericolosità del movimento nazionalsocialista, come attestano i suoi rapporti conservati nell’Archivio segreto vaticano. Sempre in Germania, ha conosciuto da vicino il comunismo ed è stato tenuto con una pistola puntata alla tempia dai rivoluzionari spartachisti. Tutta la sua azione, tutti i suoi interventi, sono stati finalizzati a mettere in guardia l’umanità da questi totalitarismi e poi a cercare di combatterli».


Il produttore annuncia pure che il dieci per cento dei profitti del film sarà devoluto alla Fondazione «Pacem in silvis» della prelatura territoriale di Itacoatiara, in Amazzonia, guidata dal vescovo cattolico Carillo Gritti.

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