"Urliamo meno. Per vincere a Milano candidato e toni siano più moderati"

L'appello agli alleati del deputato di FdI Marco Osnato. "E Majorino archivierà il civismo di Sala"

"Urliamo meno. Per vincere a Milano candidato e toni siano più moderati"
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Forza Italia scalpita e vorrebbe dire la sua sul prossimo candidato sindaco per Milano. «Ma non è piantando bandierine che risolviamo il problema», la frena il deputato di Fratelli d'Italia Marco Osnato. «Fanno bene a evidenziare il loro ruolo, ma governano già cinque Regioni. L'eccessiva rivendicazione rischia di danneggiarli» aggiunge il presidente della commissione Finanze che apre ai Riformisti e al dialogo con Azione: «C'è una fetta di elettorato che non vota il Pd e può valere anche il 15 per cento, possiamo creare un contenitore». Osnato lancia un messaggio anche alla Lega: «Dobbiamo sforzarci di comunicare in modo differente, senza escludere i cittadini che amano toni diversi».

Onorevole Osnato, quale insegnamento arriva da queste elezioni amministrative?

«Il nostro capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami dice che facciamo fatica a trovare candidati e secondo me ha ragione. Spesso il centrodestra si attorciglia intorno a dibattiti eccessivi e non si concentra sul trovare una persona all'altezza. Tutte le metropoli, non solo italiane, sono più orientate a un voto progressista. I centri storici stanno diventando realtà escludenti che si riconoscono in una sinistra che parla solo di diritti civili e non di lavoro e sociale. Questo non vuol dire però che ci arrendiamo».

Ma se siete indietro sul voto politico, non sarebbe meglio puntare su un civico?

«Su questo argomento sono piuttosto laico. Non credo che faccia differenza se optiamo per un politico o un tecnico. Dobbiamo soltanto trovare una persona che sappia parlare a tutta la città. Forse quello che è mancato al centrodestra negli ultimi anni è un progetto organico per Milano. Con le urla non si va da nessuna parte».

Parla della Lega?

«Loro hanno sicuramente un radicamento in molte periferie, con un bacino importante di voti. Ma devono fare lo sforzo di prospettare una Milano diversa, senza escludere elettorati che amano un altro tipo di comunicazione, meno urlata. Abbiamo tante buone idee, ma spesso le trasmettiamo nella maniera sbagliata».

Un nome politico è quello di Maurizio Lupi, ma Fi non è convinta.

«Credo che Lupi sarebbe un ottimo sindaco, ma prima bisogna prendere i voti ed essere eletti. Non mi stupisce la freddezza di Fi, visto il loro tentativo di apparire come il partito dei moderati».

La Lega vuole tenere il Veneto e voi guardate alla Lombardia. Mentre Fi vorrebbe scegliere il candidato per Milano.

«Intanto non darei assolutamente per scontato che il Veneto resti alla Lega. Lì noi abbiamo la percentuale più alta d'Italia, il 37,5 percento. Fi governa già in Piemonte, Sicilia, Basilicata, Molise e Calabria. Ai nostri amici azzurri dico che per tanti anni sono stati il partito di riferimento a Milano, giocando un ruolo importante nel recuperare gli elettori della sinistra riformista. Prima prendevano il 30 per cento, ultimamente hanno fatto più fatica. Sarebbe facile dire che FdI ha una classe dirigente forte, ma le bandierine non servono».

Vedrebbe bene un candidato come l'ex rettore Ferruccio Resta?

«Anche lui sarebbe un ottimo profilo e non escludo che possa farlo. Ci sono diverse figure, anche del mondo universitario, che potrebbero essere interessate a candidarsi. Speriamo che riescano a trovare il modo di rendere evidente questo loro desiderio».

Giusto aprire anche ad Azione?

«Il centrodestra parte indietro a Milano. Qui c'è una fascia di elettori che non si riconosce nel Pd e non vota la sinistra massimalista. Vedo la possibilità di costruire un contenitore con un candidato in grado di parlare anche a questo mondo. Non dobbiamo essere escludenti con un profilo troppo di parte».

Un avversario come Pierfrancesco Majorino sarebbe battibile?

«Ho molto rispetto per la sua storia politica, lontana anni luce dalla mia. E ricordo che fummo tutti molto contenti quando Pisapia vinse le primarie contro Boeri.

Sono prudente nel giudizio, ma sottolineo che la sua candidatura rappresenterebbe l'archiviazione definitiva del civismo tanto sbandierato dal sindaco Sala. Ma noi pensiamo a fare il nostro e a scegliere un candidato dopo l'estate».

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