Sophos, società leader a livello mondiale nel settore della sicurezza informatica, pubblica la classifica dei dodici paesi che hanno maggiormente diffuso messaggi spam nei primi tre mesi del 2010. Come da copione, prosegue il dominio incontrastato degli Stati Uniti, che con il loro 13% distanziano ampiamente India e Brasile, rispettivamente al secondo e terzo posto. L'Italia è settimana con il 3,1% prima della Francia ma anche della Romania.
Un volume di traffico online di gran lunga superiore rispetto a qualsiasi altro paese al mondo non assolve completamente Washington: nonostante una diminuzione di quasi due punti percentuali rispetto al primo trimestre 2009, «gli Stati Uniti sono ancora in cima alla lista dei paesi distributori di junk mail, o mail spazzatura, e devono quindi potenziare considerevolmente i propri sforzi per risolvere il problema» - ha spiegato Graham Cluley, senior technology consultant di Sophos. L'aspetto più sorprendente della ricerca condotta da Sophos è l'assenza dalla classifica della Cina, recentemente finita nell'occhio del ciclone per le accuse di cybercrimine ricevute da alcuni paesi e da importanti colossi informatici come Google: il volume dello spam cinese crolla infatti dal 7,7% di un anno fa all'attuale 1,9%, equivalente al 15° posto. Tale dato, per certi versi contraddittorio, è in realtà perfettamente in linea con i risultati di un'altra ricerca recentemente pubblicata da Sophos sulla distribuzione geografica del malware, che confermano il trend complessivamente positivo della Cina in termini di inquinamento informatico.
«Paradossalmente, il dato più interessante non riguarda i paesi presenti in classifica ma proprio il 'grande assente': nonostante la pessima reputazione informatica che la Cina si è guadagnata negli ultimi mesi quale presunta base logistica di molti atti di cybercrimine a danno di società straniere e network governativi, le statistiche indicano chiaramente che il volume di spam via Pechino è in costante e rapida diminuzione- ha spiegato Cluley. Purtroppo per un paese virtuoso ve ne sono molti altri dove il problema delle mail spazzatura sembra ancora non avere soluzione: Corea del Sud, Brasile, India e Stati Uniti, infatti, contribuiscono da soli ad oltre il 30% del volume mondiale».
Cattive notizie anche per quanto riguarda l'Italia: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, infatti, la percentuale di messaggi spam cresce da 2,3% a 3,1%. Il nostro paese 'guadagna' così tre posizioni, attestandosi al secondo posto tra i paesi europei alle spalle della Germania.
Circa il 97% delle mail ricevute dai server aziendali è costituito da spam, il che comporta non solo un notevole fastidio ma anche enormi sprechi in termini di tempo e produttività. Utilizzate prevalentemente per pubblicizzare beni illeciti o contraffatti, come prodotti farmaceutici illegali, orologi di lusso falsi e finti diplomi, le junk mail provengono quasi totalmente dai cosiddetti computer zombie, ossia computer infettati tramite malware e controllati dagli hacker: è sufficiente cliccare su uno dei link solitamente inclusi nei messaggi spam per consegnare inconsapevolmente il proprio computer nelle mani dei cybercriminali.
I dati sulla distribuzione geografica dello spam a livello continentale vedono l'Asia ancora al primo posto, con oltre un terzo del volume mondiale, tallonata però dall'Europa che balza, poco onorevolmente, dal 23,6% del primo trimestre 2009 al 31,2% di oggi. Nonostante la presenza degli Stati Uniti, invece, l'America del Nord riduce di quasi tre punti la propria percentuale.
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