Usa, giudici senza laurea e processi nelle cantine

da New York

Tribunali dentro scantinati, giudici part-time con diploma di scuola superiore e senza la minima conoscenza del diritto, imputati mandati in prigione senza processo. Non è la descrizione del sistema giudiziario di una dittatura del terzo mondo, ma quello che avviene nello Stato di New York, secondo quanto rivela una clamorosa inchiesta del New York Times, che dopo un anno di indagini ha portato alla luce la realtà drammatica che affligge centinaia di piccolissimi tribunali in altrettanto piccoli e isolati villaggi delle regioni periferiche e rurali dell’importante Stato americano.
Il Times ha appurato che circa tre quarti dei quasi 2.000 giudici che operano nelle Corti di giustizia dello Stato di New York non sono laureati in Legge, e molti di loro - autisti, idraulici, giardinieri che vestono la toga part-time - non conoscono neppure le nozioni basilari del diritto, né hanno finito le scuole superiori. Almeno uno dei giudici rintracciati dal quotidiano ha soltanto la licenza media.
Molte Corti non hanno neppure sede in una vera aula di tribunale, ma sono sistemate in piccolissimi uffici o scantinati, senza il banco del giudice o i banchi della giuria. A volte il pubblico non è ammesso ai processi, i testimoni non vengono fatti giurare, e non avviene alcuna trascrizione del procedimento.
I reporter investigativi del New York Times si sono recati personalmente di Corte in Corte, hanno esaminato documenti, rintracciato imputati, intervistato pubblici ministeri e avvocati difensori.

La conclusione è che per decenni, e ancora oggi, sono stati spesso negati ai cittadini diritti legali fondamentali, gli imputati sono stati incarcerati ingiustamente o hanno subito discriminazioni razziali e sessuali. «Questa non è l’America» è il titolo dell’inchiesta del quotidiano, che proseguirà con altre due puntate.

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