da Milano
Dopo cinque anni, il livello di produttività dei lavoratori americani ha accusato una flessione dello 0,5% nel quarto trimestre. Ma il dato forse più importante giunto ieri dal dipartimento al Lavoro è un altro: ovvero, la crescita pari al 3,3% del costo del lavoro, la maggiore in un anno.
Un surriscaldamento che rafforza il timore di un aumento delle pressioni inflattive e dunque di nuovi interventi da parte della Federal Reserve. La possibilità di ulteriori rialzi dei tassi è stata del resto ventilata dal presidente della Fed di St Louis, William Poole, secondo il quale la banca centrale Usa potrebbe dover alzare ancora i tassi se la crescita economica sarà forte.
Le aspettative di un nuovo giro di vite al costo del denaro, attualmente al 4,50 e destinato in base alle stime degli analisti ad attestarsi al 5% entro fine anno, hanno provocato ieri un generalizzato e deciso rimbalzo del dollaro nei confronti dell'euro, che ha battuto in ritirata finendo la seduta sotto quota 1,19 dollari e registrando la più ampia flessione giornaliera da un mese a questa parte.
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